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Bologna, il Comune vuole un euro al giorno dagli ospiti dei dormitori pubblici

Andrea Tempestini
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Per ideare e mettere in pratica certi scherzi crudeli, ci vuole una giunta di sinistra, come quella bolognese guidata dal sindaco Merola. La giunta rossa per eccellenza ha deciso di infilare le mani nelle tasche sfondate dei barboni e far pagare loro il pernottamento nei dormitori pubblici: un euro a notte, nemmeno poco. «Un modo per responsabilizzare gli ospiti, una scelta simbolica ed educativa», dichiarano senza sprezzo del ridicolo dall'assessorato ai servizi sociali, guidato da Amelia Frascaroli, che nella sua biografia espone un lungo curriculum dove brilla il passaggio dall'associazionismo cattolico al PD e infine al furbo Vendola. Forse proprio dal governatore pugliese viene la capacità di mascherare dietro espressioni gentili e edificanti la più assurda delle imposte: gli «ospiti», saranno «responsabilizzati» e «educati» (e noi vi leggiamo «rieducati», come facevano i comunisti di una volta con i non allineati) grazie a questa «scelta simbolica», cioè esigere che, all'uscita del dormitorio pubblico, saldino il conto giornaliero di un euro. Simbolico un corno: per un barbone un euro risparmiato è un capitale. Sono veramente stupefacenti questi progressisti, che si sono tanto curati che nel linguaggio corrente entrasse la parola «clochard» anziché lo sgradevole «barbone», per poi fregarli meglio. Immaginatevi il putiferio se un simile dissennato provvedimento l'avesse preso un comune guidato dal centrodestra. Quando l'ex sindaco di Bergamo, e quello di Gorizia, installarono delle panchine con una sbarra in mezzo per impedire ai barboni di bivaccarci sopra, scoppiò una polemica contro l'Intolleranza delle giunte di centrodestra e nessuno osò difendere l'iniziativa parlando di scelta simbolica e educativa, per responsabilizzare gli ospiti che dovevano imparare a sedersi e non a accamparsi, e a Bergamo il nuovo sindaco, Gori, quelle panchine le ha rimosse. A Bologna, invece, dove si chiede l'obolo al barbone per dormire al coperto (e deve pure essere grato, perché, come dicono untuosi i servizi sociali, gli viene data la possibilità di «ripartire e contribuire a rendere migliore il luogo dove vive»), tutto va liscio. Che la mitologia delle giunte rosse, a strenua difesa dei più deboli e emarginati, fosse bella e archiviata lo sapevamo da un pezzo, distrutta da scandali e intrallazzi anche molto recenti. Ma che i loro assessori andassero a batter cassa dai barboni facendo pure la parte dei virtuosi educatori dei poverini, è un altro primato di cui possono andare fieri. di Giordano Tedoldi

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