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Allarme terrorismo, i Servizi: "Minaccia più grave dall'11 settembre"

Nicoletta Orlandi Posti
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Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, è stata chiara ieri durante l'audizione in Parlamento: la portata della minaccia rappresentata dagli jiahdisti sunniti dello Stato Islamico (Is) è tale che non si limita a rappresentare un pericolo letale in Iraq e Siria dove opera, ma «riguarda anche l'Europa e l'Italia». Parole allarmanti che trovano fondamento nei documenti dell'intelligence: secondo i Servizi "l'Is è la più grave e complessa minaccia terroristica che l'Italia e l'Europa si trovano ad affrontare dai tempi dell'11 settembre". "Nulla di comparabile rispetto alla vecchia Al Qaeda. E' molto peggio", sostengono. I motivi, spiega Repubblica, sono principalmente due. Da una parte c'è la capacità dell'Is di combattere con carri armati, battaglioni, artiglieria pesante, colpendo contemporaneamente anche con i vecchi metodi terroristici. Dall'altra il califfo Abu Bakr al-Baghdadi può contare su combattenti che sono cittadini europei: islamici fanatici con passaporto Ue, culturalmente in grado di infiltrarsi nelle società del continente. Repubblica rivela che secondo i calcoli degli esperti ce ne sarebbero almeno cinquemila: la maggior parte inglesi, francesi o balcanici, ma ci sarebbero anche una ventina di italiani. Come Giuliano Delnevo, il venticinquenne genovese morto durante i combattimenti in Siria tra le truppe fedeli ad Assad e la guerriglia sunnita, alla quale il giovane, convertitosi all'Islam, aveva aderito. Allerta in Italia - L'allerta nelle centrali antiterrorismo occidentali è massima. E anche l'Italia rappresenta un bersaglio per gli jihadisti non solo perché il governo ha deciso di fronteggiare il califfato aiutando le truppe peshmerga in Iraq, ma anche perchè il nostro paese si trova a rappresentare tutta l'Unione finché dura il semestre europeo e proprio in Italia si svolgeranno summit importanti dei 28 i leader dell'Unione. Inoltre c'è l'appuntamento con Expo 2015, una vetrina mondiale di 150 paesi. A ferragosto se ne è discusso durante il comitato nazionale per la sicurezza e l'ordine pubblico e ieri, rivela Repubblica, il Dipartimento di pubblica sicurezza ha inviato una informativa a prefetti e questori dove si parla di «allerta sugli obiettivi sensibili». La vigilanza in particolare resta alta su quel centinaio di blog, chat e forum dove si scambiano informazioni i nuovi jahdisti digitali. «La vigilanza è alta — conferma il ministro Angelino Alfano — e tutti i segnali provenienti da fonti di intelligence e da fonti “aperte” sono valutate con la massima attenzione».

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