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L'Unità, l'indiscrezione: Matteo Arpe e Lettera 43 di Madron pronti a rilevare il quotidiano

Giulio Bucchi
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Ufficialmente l'unico commento da parte di Paolo Madron, direttore del quotidiano online Lettera 43 è un secco "no comment". Troppo presto per sbilanciarsi nonostante il sasso lanciato nello stagno da Luigi Bisignani durante la serata finale di Capalbio libri: "Un'importante banca milanese e un quotidiano online, sempre di Milano, si stanno preparando a rilevare L'Unità". Perché basta andare oltre il formale "no comment" di Madron per capire come stanno esattamente le cose. Secondo quanto ricostruito da Libero l'importante banca milanese sarebbe il gruppo finanziario Sator guidato da Matteo Arpe, mentre il quotidiano online è Lettera 43. Dunque le grandi manovre per rilevare il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, che ha cessato le pubblicazioni lo scorso 31 luglio, sono già iniziate. Sito più quotidiano - Fonti vicine alla cordata milanese, che fa capo ad Arpe e Madron, confermano che i manager hanno già preso visione del conti de L'Unità, in modo da formalizzare un'offerta già all'inizio di settembre, dato che i termini scadono il 5. L'idea è quella di realizzare un aggregato editoriale che abbia nel quotidiano online la locomotiva mentre il prodotto cartaceo, cioè il giornale tradizionale dovrebbe servire da vagone. Di numeri, nel senso di soldi, per ora ce ne sono. Soltanto dopo una attenta analisi dei bilanci, della situazione occupazionale e degli investimenti da fare, i possibili acquirenti metteranno sul tavolo l'offerta. Parallelamente alla partita economica, però, si starebbe giocando anche un match tutto politico. I manager della cordata milanese, tramite i commissari liquidatori del giornale, avrebbero fatto capire al premier, Matteo Renzi, che la loro offerta sarebbe la soluzione migliore per tutti, dato che il Partito democratico non ha nessuna intenzione di imbarcarsi in una eventuale avventura editoriale. Il tandem Arpe-Madron, in buona sostanza, offrirebbe al premier il modo per poter rivendicare una parte nel salvataggio del giornale, evitando che possa "finire nelle mani di Pier Silvio Berlusconi", come ipotizzato anche dal membro del CdR dell'Unità Umberto De Giovannangeli. "Sono rimasto stupito, per non dire peggio - afferma Bisignani - dal silenzio imbarazzante e imbarazzato della cosiddetta intellighenzia di sinistra sul caso de L'Unità. Adesso voglio proprio vedere...". Nel frattempo il comitato di redazione de L'Unità, rappresentanza sindacale dei giornalisti collocati in cassa integrazione, ribadisce di "non sapere nulla" e di aspettare con "trepidazione le novità". "L'importante è che qualcuno arrivi - afferma Bianca Di Giovanni - con un'offerta seria». di Enrico Paoli @enricopaoli1

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