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Terme, barche, alghe e club:la Casta si regala 206 milioni

La Corte dei Conti spulcia la Leggie Mancia dal 2009 ad oggi: deputati e senatori hanno dato fondi anche ai privati. Ci sono sprechi, duplicazioni e aiuti improbabili

Andrea Tempestini
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  di Paolo Emilio Russo Fosse solo per gli ottocentomila euro della scuola Bosina, quella della consorte di Umberto Bossi, quasi non ci sarebbe da scandalizzarsi. Il problema è che con la legge mancia 2.0, ora pomposamente chiamato Fondo per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio, i parlamentari italiani sono riusciti addirittura a finanziare l'aeroclub della Costa Smeralda, lo Yachting Club di Como, un parco termale in provincia di Siena. Questi nuovi dettagli emergono da un corposo studio effettuato dalla Corte dei conti sul nuovo look della legge utilizzata dai parlamentari per finanziare piccoli e grandi opere nel loro collegio, che è stata riformata nel 2008 da Giulio Tremonti. Cambiato il nome, la sostanza resta quella: i singoli parlamentari indicano i loro desiderata, le commissioni Bilancio di Camera e Senato stilano un elenco, il ministero dell'Economia a mettere a disposizione le cifre. Cifre che sono tutt'altro che trascurabili: 105,5 milioni di euro nel 2009, 130 milioni nel 2010, 30 milioni per il 2011: totale 265,05 in totale. Altri 50 sono già a disposizione per le esigenze di deputati e senatori per il prossimo anno.    Tutti i regali della "legge mancia" dal 2009 a oggi Leggi l'elenco completo guarda il video su Libero Tv Soldi anche a privati I magistrati contabili hanno analizzato la gestione del “Fondo” e, nella loro relazione, rilevano una serie di «criticità», in parole povere massacrano lo strumento e l'uso che ne hanno fatto i politici. Innanzitutto, scrive la Corte dei conti, il «criterio di indirizzo parlamentare» è, in realtà, «una concreta individuazione di beneficiari, importi e finalità, con destinazione anche a soggetti privati». Non c'è stata indicazione di priorità, un generico interesse per questo o quel territorio, bensì una lista della spesa nei collegi elettorali, con finanziamenti che finiscono addirittura a «privati». Il riferimento è a qualche decina di società private che hanno ricevuto danari pubblici passando per un parlamentare. L'Università Telematica Pegaso di Napoli, per esempio, ha ricevuto 150mila euro finalizzate genericamente a «supporto per ricerca». L'Istituto Luigi Sturzo ne ha presi 20mila per la stessa ragione, l'Istituto Mediterraneo Ricerca e comunicazione di Termini Imerese ne ha ricevuti centomila per “piani di prevenzione contro l'utilizzo delle sostanze psicotrope”. Ma il documento è una summa delle mance degli ultimi tre anni. C'è addirittura l'Aeroclub della Costa Smeralda, che ha incassato  100mila euro per “Adeguamento scuola volo corsi di pilotaggio”. Un deputato ha voluto devolvere 200mila euro dal bilancio 2009 all'associazione Gre per “Valutazione dell'impatto della proliferazione delle alghe sull'ecosistema marino siciliano”. E ancora: l'Anuu di Napoli ha preso 30mila euro per il “recupero e la riqualificazione dei sentieri monti Lattari”; l'Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia ha incassato decine di migliaia di euro per un “Progetto di salvaguardia della via Appia” a Roma. E così via. Fondi duplicati I soldi destinati dai parlamentari ai loro collegi, rileva ancora la Corte, hanno «scarsa aderenza alle finalità prefisse», rischiano di finire sempre ai soliti soggetti perché è possibile la «duplicità di contributi pubblici sullo stesso intervento, non vagliata dall'amministrazione in fase preventiva o di rendicontazione». Basta leggersi il corposo documento, le oltre cinquanta pagine di elenchi, per rendersi conto i magistrati hanno proprio ragione. Comuni mangiatutto Ci sono moltissimi Comuni, da nord a sud, che hanno ricevuto risorse pubbliche senza che ve ne fosse realmente bisogno, considerato che le amministrazioni hanno già loro bilanci. Invece il Comune di Como, per esempio, ha ricevuto 100mila euro, grazie alla mediazione di un senatore, per la  “manutenzione dello Yachting club”. Una “mancia” corposa, di 250 mila euro, è andata al Comune di Gubbio per il  “Recupero ambientale dell'area in località Cipolletto per la creazione di un “polo integrato per la tutela e la valorizzazione della cultura contadina”. E ancora: il Comune di Isola delle Femmine, a Palermo, ha preso soldi per la ricostruzione delle dune di retrospiaggia del litolare, mentre il Comune di Offida, Ascoli Piceno, ne ha incassati 80 mila per realizzare un impianto di valorizzazione e smaltimento delle vinacce. Infine a Castelnuovo in Val di Cecina, a Pisa, sono arrivati 60 mila euro per la “Trasformazione in parco turistico termale geotermico area dissestata ubicata in prossimità centro storico”. Vince il premio dell'originalità il Comune di Feltre, in provincia di Biella, che ha avuto 60 mila euro, attraverso un deputato, per il “Sostegno allo sviluppo economico del Centro internazionale del libro parlato”. Chissà di che si tratta. L'elenco completo è su www.liberoquotidiano.it: leggilo.   Tra tanti sprechi e generose concessioni, però, c'è anche chi prova a dare l'esempio. Si tratta della deputata dell'Idv, Silvana Mura, che lo scorso 11 luglio è riuscita a far accogliere, integralmente, un suo Ordine del giorno che impegna il governo a destinare i 250 milioni della legge mancia alla ricostruzione del terremoto che ha devastato l'Emilia e le province di Mantova e Rovigo. "La Corte dei Conti legittima le critiche che da sempre rivolgiamo alla legge mancia, ammettendo che si tratta di uno strumento clientelare. Alla luce di queste pesanti critiche della magistratura contabile, ritengo ancora più necessario che il governo dia attuazione ad un mio ordine del giorno che ha accolto nel corso dell'esame sul terremoto, nel quale si impegnava a destinare i fondi alla ricostruzione per il terremoto in Emilia. Non farlo significa voler continuare le pratiche che la Corte ha già bocciato senza appello", ha sottolineato la Mura.    

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