Nuova ombra sull'omicidio Regeni. Tutti i sospetti sul suo ultimo lavoro
Il giallo dell'omicidio di Giulio Regeni si intreccia con il caso Watergate che portò alle dimissioni del presidente degli Stati Uniti Richard Nixon. Nella sua permanenza a Londra, il ricercatore italiano ha lavorato per un'agenzia di intelligence, la Oxford Analytica, fondata da un ex funzionario americano implicato nello scandalo che costò caro a Nixon. Lo racconta la Stampa riportando la mobilitazione dei suoi ex colleghi che chiedono al governo britannico di fare pressione sulle autorità egiziane: "Giulio era un collega fantastico, socievole, divertente ci manca molto - ricorda Ram Mashru, coinquilino di Giulio ai tempi del lavoro nell'agenzia - era estremamente cauto nel condurre il suo lavoro. Certo, c'è sempre la possibilità che abbia attirato l'attenzione di qualche gruppo pericoloso, ma da quanto sappiamo Giulio non si comportava in maniera avventata o negligente". L'attività - Il lavoro dell'agenzia consiste nell'analizzare le tendenze politiche ed economiche su scala globale per enti privati, agenzie e ben cinquanta governi. Oltre a Oxford, ha uffici negli Stati Uniti e a Parigi, con una rete di 1400 collaboratori. Per un anno, dal settembre 2013 al 2014, Regeni ha lavorato alla realizzazione del Daily brief, una decina di articoli pubblicati quotidianamente sull'attualità e destinati a una lista di clienti selezionati. Il modello di ispirazione è quello dei briefing che Herny Kissinger produceva per il presidente americano Nixon. Le indagini - Gli inquirenti egiziani impegnati sull'omicidio di Regeni si stanno concentrando ora sul contenuto del suo computer. Oltre alle email e i messaggi in chat con colleghi dell'università, docenti e amici in Europa, quel che emerso è il dettagliato archivio di nomi e contatti catalogati dal ricercatore, un ricco database di fonti che Regeni aveva costruito per svolgere il suo lavoro, ma che potrebbe aver alimentato il sospetto dei servizi egiziani che lavorasse come spia in Egitto.