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Troppe tasse, il governo salvale detrazioni sanitarie

Per evitare di aggravare l'effetto "depressivo" della Finanziaria, Palazzo Chigi non farà scattare il taglio "lineare" delle detrazioni Irpef

Nicoletta Orlandi Posti
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Cominciano a trapelare dal ministero dell'Economia le prime conferme alle indescrezioni secondo le quali ial vaglio dei tecnici di via XX Settembre ci sarebbe l'ipotesi, tutta politica, di non far scattare il taglio "lineare" delle detrazioni Irpef introdotto poco meno di un mese fa dalla legge di Stabilità 2014. Palazzo Chigi avrebbe a disposizione poco più di dieci giorni per evitare un aumento delle imposte proprio mentre gli italiani sono alle prese con un ingorgo di scadenze fiscali poco chiare stabilite negli ultimi provvedimenti, dalla mini-Imu alla Tares, alla Tasi, alla Iuc.  Spese sanitarie - Per evitare di aggravare l'effetto "depressivo" di queste misure assai controverse, si sta ragionando sulla possibilità di sterilizzare i tagli crescenti alle detrazioni, previsti già a partire dalla denuncia dei redditi del 2013. Si tratta di una riduzione dell'aliquota applicabile dal 19 al 18% sugli anticipi d'imposta dovuti quest'anno, che passerebbe al 17% per le spese del 2014 e sarebbe ulteriormente aggravata nel 2015 e nel 2016. Gli unici a "salvarsi", come prevede la legge, sarebbero i soggetti invalidi, disabili o autosufficienti. La maggior parte delle detrazioni Irpef al 19% riguarda proprio le spese sanitarie e quelle per l'assistenza ai portatori di handicap, che da sole assorbono la metà (2,7 miliardi) del costo complessivo (5,4 miliardi di euro l'anno). Il governo vorrebbe salvaguardarle, ma lo spazio per recuperare i 500 milioni necessari si restringerebbe parecchio. La questione, segnalano al Mef, è al solito come recuperare in altro modo i risparmi previsti con l'applicazione di questa misura, 488 milioni nel 2014, 773 nel 2015 e 565 dal 2016. L'alternativa a una rinuncia totale al taglio delle aliquote potrebbe essere un semplice riordino che lo renda più "popolare", concentrando il peso della manovra sui redditi medio-alti e esentando i più bassi. Che potrebbero beneficiare anche delle detrazioni "sterilizzate" sulle spese per le assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni, per gli interessi sui mutui prima casa, per le università dei figli.  Oggi le ipotesi di intervento messe a punto in questi giorni dai tecnici del ministero dell'Economia saranno discusse informalmente a Palazzo Chigi con i collaboratori del Presidente del Consiglio, Enrico Letta, al quale spetterà l'ultima parola in materia. 

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