Droga, prostituzione e contrabbando salvano il Pil italiano
Buone notizie, anche se in retrospettiva, per il Pil italiano. Nel 2011 infatti, il suo valore risulta più alto del 3,7%, pari a 59 miliardi di euro in più, passando da 1.579,9 miliardi di euro a 1.638,9 miliardi di euro. Anche grazie a droga e prostituzione, che valgono 14 mld, la maggior parte dei 15,5 miliardi di illegalità stimata. A comunicarlo oggi sono stati gli esperti dell'Istat, dopo il ricalcolo del Pil secondo le nuove regole europee (Sec 2010). In base a questo nuovo calcolo migliora anche, nel 2011, il rapporto deficit/pil che viene stimato al 3,5%, con un calo di 0,2 punti percentuali rispetto alla stima precedente. Renzi deluso - Buone notizie, ma nulla di eclatante in prospettiva. Il premier, Matteo Renzi, ha infatti smussato il possibile impatto dei nuovi criteri di calcolo ai fini della crescita. «Quando mi hanno spiegato il nuovo metodo di calcolo del Pil avevo fatto bocca ad un aumento, ma purtroppo non è così. Devo essere sincero. Questo meccanismo potrà avere una oscillazione positiva al massimo dello 0,1. Robetta» ha detto durante la registrazione di 'Porta a Porta'. «Cambiando il valore assoluto del Pil potremmo avere un piccolo miglioramento del rapporto debito/pil. Ma rispetto alla crescita non cambierà sostanzialmente niente, tanto più che il terzo trimestre sarà intorno allo zero», ha spiegato il premier. Economia sommersa - Ma oltre all'inclusione di alcune attività illegali, come la commercializzazione di droga e l'attività di prostituzione, che, compreso l'indotto della produzione di beni e servizi legali, contribuisce alla rivalutazione del Pil per 1,0 punti percentuali, nel ricalcolo viene considerata anche la quota dell'economia sommersa che incide per l'11,5%. Se a questa voce si somma la quota derivante dalle attività illegali, +0,9%, si arriva a un'incidenza dell'economia 'non osservata' del 12,4%, di poco. Alla rivalutazione del Pil nominale del 2011 hanno contribuito per 1,6 punti percentuali (24,6 miliardi di euro) le modifiche dovute alle innovazioni metodologiche introdotte dal Sec 2010; la quota preponderante (1,3 punti percentuali, pari a 20,6 miliardi) è attribuibile alla capitalizzazione delle spese per ricerca e sviluppo che, d'ora in poi vengono considerate come «spese di investimento in quanto contribuiscono all'accumulazione, tramite capitale fisso intangibile, di capacità produttiva; in precedenza esse erano registrate come costi intermedi». Attività illegali - La revisione è attribuibile per ulteriori 0,8 punti percentuali alle modifiche connesse al superamento di riserve europee sull'implementazione del Sec 95. Fra queste, la modifica riguardante l'inclusione, appunto, di alcune attività illegali. La restante parte della rivalutazione, corrispondente a 1,3 punti percentuali, deriva dalla combinazione di molti effetti dovuti alle innovazioni introdotte nelle fonti e nelle metodologie nazionali. Dal ricalcolo nel 2011 inoltre il saldo primario resta invariato all'1,2% del Pil e la pressione fiscale scende dal 42,5% al 41,6% ovvero di 0,9 punti percentuali in meno. Consumatori scettici - Le notizie sul nuovo calocolo del Pil però, non sono state bene accolte dalle associazioni dei consumatori che hanno criticato soprattutto l'inserimento delle attività illegali. «L'inserimento di attività illegali come traffico di sostanze stupefacenti, contrabbando e prostituzione (a quando l'inserimento della corruzione?), potrà anche servire per abbellire il bilancio pubblico, far diminuire il deficit (-0,2%) ed abbassare la pressione fiscale (-0,9%), ma non servirà a combattere la criminalità, a creare posti di lavoro, ad apportare vantaggi all'economia reale» hanno commentato presidenti di Adusbef Elio Lannutti e di Federconsumatori Rosario Trefiletti.