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Riforma Pa, il mistero: scomparso il testo di Renzi e Madia

Andrea Tempestini
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La politica degli annunci all'ennesima potenza. La politica di Matteo Renzi. L'ultimo emblematico esempio è quello della riforma della Pubblica amministrazione, annunciata in pompa magna il 13 giugno, una settimana fa, e da quel momento sparita nel nulla (o meglio, sparita nei meandri del Quirinale). Il premier aveva spiegato che informazioni in più sarebbero arrivate nelle ore successive. Ma quelle informazioni non sono mai arrivate. Per ora c'è stato il via libera al disegno di legge delega per la riforma della Pa, che per sua stessa natura - legge delega - è interamente da definire, e i tempi sono solitamente biblici. Dunque, la domanda viene spontanea: ma che cosa ha mai approvato il Consiglio dei ministri il 13 giugno? Testo smontato - Ad oggi il testo resta un mistero: è stato sì inviato al Colle per la firma, ma la firma ancora non c'è. I tecnici quirinalizi avrebbero rilevato una lunghissima serie di perplessità e punti critici, e sarebbero già saltati decine di articoli. Il provvedimento misterioso, insomma, sarebbe già stato smontato. Anche per Giorgio Napolitano, mai troppo schizzinoso quando si è trattato di dover firmare leggi-calderone che contenevano di tutto e di più, in questo caso ha preferito frenare. Quando è troppo, è troppo. Nel mirino, ovviamente, oltre a Renzi ci finisce il ministro Marianna Madia, madrina della teorica riforma. L'iter - Ma cosa c'è scritto, nella legge? Come ricorda Il Fatto Quotidiano, in teoria un pre-Consiglio dei ministri dovrebbe affrontare i dettagli tecnici, per poi affidare ai ministri stessi il compito di prendere le decisioni tra le opzioni proposte. Ma con Renzi premier non accade nulla di tutto ciò: nessuna discussione, nessun pre-Consiglio. Tanto che venerdì sera i dirigenti dei ministeri hanno cercato di parlare con la responsabile dell'ufficio legislativo, Antonella Manzione (l'ex capo dei vigili di Firenze trascinata da Renzi a Palazzo Chigi) senza però ottenere risposta. Resta dunque il mistero: nemmeno parte del governo, insomma, sa che cosa è stato approvato. Slittamenti - Nemmeno Renzi e nemmeno il fido Graziano Delrio avrebbero il controllo della scrittura delle norme. Nel frattempo continuano a circolare bozze del testo, che però sembrano ormai essere radicalmente differenti rispetto a quelle che sta "elaborando" il Quirinale. Il testo era atteso per la serata di oggi, venerdì 20 giugno, alla Camera, in commissione Bilancio. Non arriverà. Potrebbe palesarsi doppo il weekend, martedì. Il fantomatico testo potrebbe comparire dieci giorni dopo il Consiglio dei ministri in cui è stato annunciato, in cui ci è stato spacciato come "cosa fatta". La politica degli annunci all'ennesima potenza, appunto. La politica di Matteo Renzi.

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