Pd, la Boschi: "Le riforme non si fermano solo perché 13 senatori non sono d'accordo". Casson: "Siete ottusi"
"Andiamo avanti. non si possono bloccare le riforme che milioni di cittadini ci chiedono perché 12-13 senatori non sono d'accordo. Non può esserci un potere di veto". Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi commenta così, a caldo, la decisione di 13 senatori del Pd di auto-sospendersi per protesta con la sostituzione di Corradino Mineo dalla Commissione Affari istituzionali di Palazzo Madama, giudicato troppo critico con la riforma del Senato proposta dall'esecutivo. "Sulle riforme c'è stata una scelta degli elettori del Pd già al tempo delle primarie, poi i gruppi si sono confrontati a lungo, ora non mi sembrerebbe serio il fatto che 10 o 13 senatori non sono d'accordo: è un elemento di serietà che la classe politica trasformi nei fatti le riforme". Se i dissidenti dovessero poi tenersi le mani libere in aula al momento del voto sulle riforme la Boschi ha replicato: "Se arrivassero a questa conclusione non mi sembrerebbe corretto nei confronti dei cittadini e del Pd". In linea con il ministro anche Luca Lotti, responsabile dell'organizzazione del Pd: "Credo che 13 senatori non possono permettersi di mettere in discussione il volere di 12 milioni di elettori e non possono bloccare le riforme che hanno chiesto gli italiani. Mineo? Ha tradito l'accordo con il gruppo. Siamo un Partito Democratico, non un movimento anarchico". Casson: "Sono ottusi" - La risposta di Lotti Boschi ha scatenato la replica di Felice Casson, uno dei 13 senatori Pd "ribelli": la loro, afferma l'ex magistrato, "è una forma di ottusità". "Non vogliamo bloccare le riforme, non poniamo alcun veto", assicura, sottolineando però un "atto grave in violazione della Costituzione": "Abbiamo chiesto un incontro e lo aspettiamo" per vedere cosa propongono i "tanti fantasisti al governo".