Matteo Renzi da arbitro era "lento e non ha il cambio di passo", ma "con una fermezza impressionante"
Quel Matteo Renzi che vediamo oggi, ossessionato dalla velocità e dall'iperattivismo, ne ha fatta di strada da quando indossava la "giacchetta nera" sui campi del calcio dilettantistico toscano. Dal 1990 il Presidente del consiglio è stato arbitro nella sezione Aia di Firenze, dove l'Ansa ha desecretato dopo 20 anni i documenti in cui i commissari di campo giudicavano il 17enne Renzi con il fischietto in bocca. Lento - L'arbitro Renzi, secondo un commissario, aveva "fermezza impressionante, è un che sa farsi rispettare", ma è il fisico che gli fa difetto: "Atleticamente però è lento: e non ha cambio di passo". L'ambizione e la capacità di farsi voler bene comunque non mancavano, a detta degli osservatori: "Riesce ad instaurare un eccellente rapporto con calciatori e accompagnatori". Il ragazzo si farà - "Il Matteo", come scrive corriere.it lo chiamavano sui campi, è stato "osservato speciale" perché in odore di salto di categoria quando in provincia di Arezzo ha diretto una gara di seconda categoria. Due rigori dati, giustamente, due falli per gioco pericoloso non concessi: "che non inficiano la prestazione" scriveva il commissario. Finale 3-3 e giudizio conclusivo del direttore di gara Renzi 4 su una scala di 5, con un'analisi del futuro premier che oggi suona come una profezia: "É un ragazzo pratico e intelligente, che sa farsi rispettare senza forzature". Ai superiori poi il commissario scriveva: "É un arbitro affidabile, può salire di categoria: e dopo la dovuta esperienza può andare anche oltre".