Amato, ecco tutte le sue poltrone
"Quando ero al governo io e gli altri partiti non abbiamo capito niente. Abbiamo sbagliato". Giuliano Amato si confessa nel libro di Alan Friedman "Ammazziamo il Gattopardo" e racconta da dove arrivano gli errori fatai dei governi di fine anni ottanta e primi anni novanta (di cui lui stesso faceva parte) che hanno provocato l'impennata del rapporto debito-Pil. Nonostante l'ammissione di colpa Amato continua a collezionare poltrone, manco fosse un "salvatore della patria". L'ennesima gli si è infilata sotto le chiappe è quella di giudice della Corte costituzionale, gentilmente offertagli ('prego si accomodi') dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un incarico di prestigio assoluto, che "vale" infatti la bellezza di 403.840 euro (lordi) all'anno, pari a 33.583 euro mensili. Ai quali Amato affianca una pensione da 22mila euro e un vitalizio da 9mila euro al mese. Per un totale di 64mila euro al mese (lordi, per carità). Il nuovo incarico, poi, porta con sè anche 3 assistenti, 3 segretarie, telefonino, computer e auto blu. Quella per le poltrone è una passione che accompagna Amato sin da giovane. Dal 1983 al 1994 è stato deputato Psi, dal 1983 al 1987 sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Bettino Craxi, dal 1987 al 1989 ministro del Tesoro con Goria e De Mita, dal 1992 al 1993 presidente del Consiglio (ricordate il prelievo straordinario dai conti correnti e la finanziaria da 93mila miliardi di lire?), dal 1992 al 1994 presidente dell'Aspen Institute, dal 1994 al 1997 presidente dell'Antitrust, dal 1998 al 2000 ministro per le Riforme istituzionali e poi del Tesoro con D'Alema, al quale succede come premier tra 2000 e 2001. Dal 2001 al 2006 è stato senatore con l'Ulivo, dal 2006 al 2008 ancora ministro nel governo Prodi, dal 2011 al 2013 guida il comitato per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, dal 2009 è presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Treccani e dal 2012 presidente pure della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.