Il retroscena
Virginia Raggi, effetto domino. Luigi Di Maio: "Se la condannano si deve dimettere". Può saltare il governo
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"Il nostro codice comportamento lo conoscete e parla chiaro". Luigi Di Maio annuncia di fatto ai giornalisti che tutto potrebbe crollare un secondo dopo la sentenza del Tribunale di Roma: in caso di condanna, Virginia Raggi sarebbe fuori dal Movimento 5 Stelle e di fatto sfiduciata, con conseguenti dimissioni (già annunciate dalla sindaca) per un terremoto che partendo dal Comune di Roma avrebbe un effetto domino sulla politica nazionale. In Aula l'accusa ha chiesto una condanna di 10 mesi per il reato di falso a carico della Raggi, in relazione alla nomina di Renato Marra alla direzione del dipartimento Turismo del Campidoglio. La grande accusatrice della sindaca è l'ex capo di gabinetto del Comune, Carla Raineri, che ha definito la sindaca una "zarina" e Marra "il suo Rasputin", parlando di "gerarchie sovvertite" e dell'impossibilità di coordinarsi con la Raggi se non passando attraverso i suoi bracci destri "non ufficiali", Marra e Salvatore Romeo. Il famoso "cerchio magico". La sentenza arriverà sabato 10 novembre, e potrebbe generare uno tsunami. La caduta della Raggi aprirebbe infatti una partita politica tra Lega e M5s, alleati traballanti al governo. Matteo Salvini da settimane punta alla presa del Campidoglio, e le campagna elettorale coinciderebbe con quella per le elezioni europee di maggio che vedranno già su fronti opposti i due partiti di governo. Una tensione destinata ad esplodere dopo i vari inciampi su manovra, reddito di cittadinanza, Dl sicurezza e prescrizione. La "normale dialettica" dell'esecutivo diventerebbe guerra sporca, senza esclusione di colpi, e la Lega dovrà per forza picchiare duro su Di Maio, i grillini e l'eredità della Raggi. Una pressione politica e mediatica insopportabile per un governo saldo, figurarsi per uno a scadenza come questo.