Dai coordinatori Europarlamento, con opinione di minoranza e "regret"
Nuova Commissione Ue, via libera a nomine di Fitto, Ribera e Varhelyi
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Roma, 21 nov. (askanews) - Sono finalmente stati sbloccati, a Bruxelles, i via libera dei coordinatori politici delle commissioni europarlamentari competenti per le audizioni di conferma dell'italiano Raffaele Fitto e della spagnola Teresa Ribera, come vice presidenti esecutivi designati della nuova Commissione europea.
Nonostante vi fosse già stato un accordo politico tra i gruppi Ppe, S&D e Renew Europe al Parlamento europeo su una "Piattaforma di cooperazione" per tutta la decima legislatura, il negoziato mercoledì è rimasto bloccato per ore a causa della condizione richiesta dal Ppe a Ribera di impegnarsi a dimettersi nel caso in cui sia coinvolta in un'inchiesta giudiziaria sulle responsabilità del governo nella cattiva gestione dell'emergenza a Valencia.
I Socialisti e Democratici (S&D) e i Liberali di Renew, da parte loro, secondo la logica dei veti incrociati, avevano bloccato parallelamente l'invio della lettera d'incarico su Fitto (la cui audizione era già stata approvata dai coordinatori con la maggioranza dei due terzi), contestandone non il portafoglio ma il ruolo di vicepresidente esecutivo, fino a che il giudizio su Ribera restava sospeso.
Alla fine, il via libera dei coordinatori (compreso quello del Ppe) per Ribera è stato accompagnato da tre "opinioni di minoranza", una del Ppe (nonostante il suo voto favorevole), la seconda dei Verdi e la terza della Sinistra.
Nel caso di Fitto, invece, il via libera dei coordinatori è stato accompagnato da un allegato, in cui i gruppi S&D e Renew esprimono "dispiacere ('regret', ndr) per la scelta di Ursula von der Leyen di affidargli una posizione di vicepresidente esecutivo". I due gruppi "si attendono da lui che sia pienamente indipendente dal suo governo nazionale, come richiedono i Trattati Ue".
Prima del via libera finale a Fitto e Ribera, erano state approvate dai coordinatori anche le audizioni di tutti e a quattro gli altri vicepresidenti esecutivi, rimaste in sospeso, mentre per l'altro commissario designato rimasto bloccato, l'ungherese Oliver Varhelyi (politicamente appartenente all'area di estrema destra dei "Patrioti"), è stata richiesta una modifica del portafogli alla "Salute e a Benessere degli animali", con la rimozione di alcune competenze minori, in particolare quelle riguardanti la "salute riproduttiva" (che ha a che fare, tra l'altro, con l'esercizio del diritto d'aborto), la gestione delle crisi sanitarie (e quindi dei vaccini), oltre alla resistenza antimicrobica.