Un grandissimo orgoglio per me. Mia mamma è il mio punto di forza
Alessandro Bovolenta: io in Nazionale è come vivere un deja vu
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Bologna, 29 ago. (askanews) - "E' un grandissimo orgoglio; è un passato che torna nel presente in tante persone che hanno visto mio papà e ora vedere me credo che sia un po' un colpo di fulmine, un deja vu. Bovolenta è un cognome importante e spero di portarlo e di farlo restare in alto ancora per tanto tempo, quindi cerco di dare il meglio di me". Lui è Alessandro Bovolenta, figlio del "Gigante del Polesine", il grande pallavolista Vigor Bovolenta che ha vestito la maglia azzurra negli anni della nazionale di Velasco tragicamente morto per un malore durante una partita di pallavolo 11 anni fa. Alessandro, 19 anni, ha fatto il suo esordio agli Europei di pallavolo con la nazionale italiana nella prima partita contro il Belgio che si è disputata all'Unipol Arena di Casalecchio di Reno.
"E' un percorso, l'inizio di un ciclo cominciato tanto tempo fa che sta continuando. Questa è una tappa importante, spero che sia una tappa lunga, perché spero di restarci in questa Nazionale", ha raccontato ai cronisti. Gli europei erano un sogno che il giovane atleta ha iniziato a costruire giorno dopo giorno, con il sostegno dei compagni di squadra. Fino a quando il ct De Giorgi ha deciso di metterlo alla prova nelle battute conclusive del match che poi è terminato 3 a 0 per gli azzurri.
"E' stata una sorpresa - ha detto -. Sul 19 a 14 l'allenatore mi ha detto: preparati. Ho tolto la giacchetta e ho aspettato poi è arrivata la chiamata. La stavo vivendo bene per fortuna. Cerco di divertirmi. Credo che questa convocazione sia stata meritata per l'anno che ho fatto, credo che l'età non conti più di tanto anche perché in questo Europeo ci sono già tanti giovani e questa squadra è tanto giovani, l'età passa in secondo piano".
A seguire con il fiato sospeso gli ultimi passaggi del set e la battuta finale di Bovolenta un palazzetto con circa 9mila tifosi azzurri e gli occhi attenti della mamma Federica Lisi. "Mia mamma è il mio punto fermo, il mio punto di forza, la mia ancora, e tutto quello che ho raggiunto è stato per lei; la amo da morire, mi sta aiutando ogni giorno, è lei quello che sono oggi io", ha concluso l'atleta.