Il sindaco: nessuno dovrà più associarci al nome del boss

Messina Denaro, a Castelvetrano flash-mob per dire No alla mafia

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TMNews

Castelvetrano, 18 gen. (askanews) - Centinaia di cittadini di Castelvetrano si sono radunati per dire "No alla mafia" nella piazza principale della località in provincia di Trapani di cui è originario il boss Matteo Messina Denaro, arrestato lunedì 16 gennaio 2023, a Palermo, dopo una latitanza durata 30 anni.

Al flash-mob erano presenti soprattutto giovani e studenti che hanno mostrato striscioni e cartelloni con slogan contro la criminalità organizzata. Ad accoglierli c'era il sindaco di Castelvetrano, Enzo Alfano.

"Noi li abbiamo voluti, li abbiamo invitati e loro non si sono fatti pregare - ha detto - sono venuti qui numerosissimi, sono venuti ad esprimere anche le loro riflessioni; c'è chi lo ha fatto con i microfoni, c'è chi lo ha fatto con i tanti cartelloni che esprimono una grande sintesi della loro consapevolezza e delle profonde radici che questa città ormai ha messo nel rispetto della legalità e guardando a un futuro con più ottimismo e con più coraggio".

Finalmente è finita, ha detto loro il primo cittadino. Adesso chi parla di Castelvetrano deve farlo senza più associare la parola mafia e, soprattutto, il nome di Messina Denaro.

Sul fronte delle indagini, intanto, l'attività degli inquirenti è rivolta al cerchio magico, la rete di fiancheggiatori che ha permesso al boss di vivere in latitanza per 30 anni pur rimanendo a soli 8 Km dal suo paese.

La sua ultima residenza, infatti, era a Campobello di Mazara dove viveva, nell'agiatezza, da almeno 6 mesi. Non un "covo" ma una normalissima abitazione, in cui c'erano beni di lusso e abiti costosi, acquistata per lui dal prestanome Andrea Bonafede di cui il capomafia aveva assunto l'identità e che ora sta collaborando con la giustizia.