L'inflazione galoppa nel Paese, cartelli contro il Fmi
Argentina, in migliaia chiedono il "reddito minimo universale"
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Roma, 29 lug. (askanews) - Migliaia di persone hanno manifestato a Buenos Aires per chiedere l'introduzione di un "reddito minimo universale" in Argentina, mentre il Paese sudamericano è in piena crisi economica.
I manifestanti hanno marciato verso Plaza de Mayo con cartelli che denunciano il Fondo monetario internazionale (Fmi) e chiedono di arginare la povertà, tra appelli al presidente di centrosinistra Alberto Ferndandez, in carica dal dicembre 2019, ad abbassare l'inflazione galoppante.
Vilma Ripoll, Movimento socialista dei lavoratori (Msl): "La verità è che questa inflazione non si ferma, tocca le famiglie di tutti i livelli sociali, ma soprattutto nei settori più poveri che sono in prima linea, è una catastrofe".
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Il corteo si è radunato poi sotto le finestre della Casa Rosada, il palazzo presidenziale, dove Fernandez ha ricevuto la sua ministra dell'Economia, Silvina Batakis, contraria alla misura del reddito di base. Di lì a poco verrà sostituita con Sergio Massa e lei andrà alla Banca Nazionale Argentina:
"Voglino farci credere che se licenziano Batakis e mettono (Sergio) Massa cambia tutto. No, Massa è amico di tutti i gruppi industriali che vogliono profitti assoluti, più di quello che guadagnano, è una follia totale", ha aggiunto Ripoll.
L'Argentina ha registrato un tasso di inflazione del 36,2% solo nel primo semestre di quest'anno, uno dei più elevati al mondo, mentre la povertà colpisce il 37% dei 45 milioni di abitanti.
L'Argentina che ha rinegoziato con il Fmi la restituzione di un prestito da 44 miliardi contratto nel 2018, si è impegnata a una riduzione del suo deficit pubblico del 3% nel 2021 fino allo 0,9% del Pil nel 2024.
(IMMAGINI FRANCE PRESSE)