Meloni contraria a 2 quesiti, Amato su frasi eutanasia "ferito"

Referendum sulla Giustizia, Lega e FI d'accordo su Election Day

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Roma, 17 feb. (askanews) - Tra aprile e giugno gli italiani saranno chiamati a esprimersi sui referendum ammessi dalla Corte Costituzionale, 5 quesiti referendari sulla Giustizia: l'abolizione della Legge Severino, la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle carriere dei magistrati, le elezioni dei componenti del Csm, le pagelle ai magistrati da parte degli avvocati nei consigli giudiziari.

"Ci sono centinaia di comuni che andranno al voto per le amministrative tra maggio e giugno, quindi se vogliamo risparmiare 200 milioni si può accorpare alla data delle elezioni amministrative".

La Lega tramite il segretario Matteo Salvini ha proposto di accorpare il voto con le amministrative in un unico election day per arrivare più facilmente al quorum. Proposta condivisa da Forza Italia che per voce del coordinatore Antonio Tajani ha fatto sapere che "sui temi della giustizia, se arriveremo al referendum, voteremo sì". Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni contraria invece a 2 dei 5 referendum (misure cautelari e legge Severino).

Bocciato invece il sesto quesito sulla giustizia riguardante la responsabilità diretta dei magistrati in caso di errori giudiziari, il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato in una inedita conferenza stampa ha spiegato:

"Essendo sempre stata la regola per i magistrati quella della responsabilità indiretta, si cita lo Stato e poi c'è la rivalsa sul magistrato, l'introduzione della responsabilità diretta rende il referendum più che abrogativo, innovativo".

La consulta ha dichiarato inammissibili inoltre i quesiti sul referendum che liberalizza la cannabis e quello sull'eutanasia legale. Ancora Amato:

"Peccato che il referendum non fosse sull'eutanasia, ma fosse sull'omicidio del consenziente".

"E vi confesso che leggere o sentire che chi ha preso la decisione che abbiamo preso ieri, non sa cos'è la sofferenza mi ha ferito e ha ferito tutti noi ingiustamente".

Sulla motivazione per la bocciatura del referendum sulla cannabis, che il quesito fosse redatto in modo sbagliato, Antonella Soldo membro del comitato Referendum Cannabis e coordinatrice di Meglio Legale risponde così:

"Siamo degli irresponsabili che volevano legalizzare ogni tipo di sostanza e la produzione delle droghe pesanti? La risposta è no. Perché abbiamo fatto riferimento al comma 1 dell'Articolo 73? Perché non si poteva fare altrimenti".