Con la mostra LOVOTIC, dei Soundwalk Collective
Archeologia nel contemporaneo, a Roma apre lo spazio FOROF
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Roma, 2 feb. (askanews) - Una installazione video e musicale che ci porta in altre dimensioni, seguendo le tracce di una archeologia del futuro e dei processi di contaminazione tra umano e robotico, ma sempre seguendo il tema fondamentale dell'amore e della sessualità. Ibrida, come lo spazio che la ospita. Siamo a Roma, a due passi dalle rovine più celebri del mondo, nello spazio FOROF, dove è ospitata la mostra LOVOTIC degli artisti Soundwalk Collective, in collaborazione con il filosofo Paul Preciado, con attori come Charlotte Gaingsbourg e Willem Dafoe e musicisti come Atom e Lyra Pramuk.
Il progetto di FOROF è stato concepito da Giovanna Caruso Fendi. "FOROF - ha spiegato ad askanews - nasce come spazio che in modo permanente e continuativo vuole mettere in dialogo l'archeologia e l'arte contemporanea, prendendo spunto dal luogo in cui sorge: siamo di fronte alla Colonna Traiana, sulla quale la battaglia di Traiano contro i Dati si snoda quasi come su una pellicola cinematografica, che ci rimanda sempre a questo discendere nel passato per poi risalire nel presente. Il contemporaneo non è altro che questo, una registrazione del passato con il potenziale del presente".
La parola "potenziale", negli spazi di Palazzo Roccagiovine, assume con questa mostra una valenza ancora più forte, sia dal punto di vista della nuova dimensione offerta da suoni e luci alle archeologie conservate, sia da quello di spalancare orizzonti a venire, proiezioni di ciò che (forse) saremo e che già siamo, per l'appunto in potenza. E tutti gli ambienti del progetto dei Soundwalk si trasformano, per citare ancora Preciado, nella metafora di "un appartamento su Urano", da cui guardare, da lontanissimo, noi stessi. Con un intreccio di dimensioni narrative e temporali che FOROF vuole esplicitamente coltivare.
"Dobbiamo capire veramente - ha aggiunto Giovanna Caruso Fendi - che se non partiamo dalle nostre origini, dall'archeologia, dal patrimonio artistico e culturale che abbiamo, per rivederlo e rigenerarci attraverso gli artisti contemporanei, non potremmo mai capirne il vero valore".
Un valore che prende forme anche fantascientifiche, ma che soprattutto ci ricorda la smaterializzazione che stiamo vivendo e la necessità di capirla, raccontarla, esserne testimoni diretti. Per poterle poi restituire una nuova presenza e una nuova identità.