In Cdm leghisti astenuti, metà maggio possibile revisione misure
Italia in giallo dal 26 aprile, strappo della Lega sul coprifuoco
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Roma, 22 apr. (askanews) - Dal 26 aprile tornano le zone gialle, riaprono i ristoranti anche a cena (solo all'aperto), via libera agli spettacoli, ma il coprifuoco resta alle 22. Ed è stata quest'ultima misura al centro dello scontro tra il governo e la Lega, che ha deciso di astenersi sul nuovo decreto Covid approvato dal Consiglio dei ministri.
Mario Draghi e Matteo Salvini hanno lungamente parlato a più riprese al telefono, conversazioni durante le quali il
leader della Lega ha comunicato al presidente del consiglio la decisione, condivisa con i ministri, di non votare il dl. Draghi ha espresso il suo disappunto, anche perché le misure erano state concordate in cabina di Regia, ma dopo l'astensione la Lega è riuscita a fissare una prossima scadenza, a metà maggio, per rivedere possibili modifiche del decreto. In un video in serata, Salvini ha poi spiegato:
"Non potevamo votare un decreto che continua a imporre chiusure, coprifuoco, limitazioni. I dati fortunatamente sono in netto miglioramento. Negli ultimi giorni sono migliaia i letti di ospedale che si sono liberati, quindi con rigidi protocolli di sicurezza, con prudenza e mantenendo le distanze, si può, anzi si deve tornare a vivere e a lavorare, al chiuso e all'aperto".
Critiche bipartisan allo strappo della Lega. Per la capogruppo di Leu Senato, Loredana De Petris, "la decisione della Lega di non votare il decreto sulle riaperture è sbagliata e grave". Per il segretario del Pd, Enrico Letta, quello della Lega è un "dietrofront poco serio".