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iCub: un robot umanoide amico dei bambini autistici

Milano, 19 dic. (askanews) - Un robot umanoide come trainer relazionale per i bambini autistici: è una delle possibili aree di impiego per iCub, il robot realizzato dall'Istituto italiano di tecnologia, sulla quale è stata avviata una sperimentazione nel Centro Boggiano Pico di Genova, polo specializzato nel trattamento dei disturbi del neurosviluppo dell'Opera Don Orione.

La sperimentazione prevede l'interazione tra iCub e un gruppo di bambini, già inseriti in uno specifico percorso terapeutico, con lo scopo di sviluppare le loro capacità di comprendere il punto di vista altrui. "All'interno dei training, che vengono sviluppati con questa collaborazione tra Opera Don Orione e Istituto italiano di tecnologia, i bambini sperimentano alcuni degli aspetti basilari per la cognizione sociale - spiega Davide Ghiglino, ricercatore del team Social Cognition in Human-robot Interaction di IIT guidato dalla ricercatrice Agnieszka Wykowska - Alle mie spalle ci sono alcuni strumenti: per esempio un cubo, che il robot durante l'attività prende e manipola. Al bambino che interagisce con il robot viene chiesto di fare dei compiti di rotazione mentale. Questo è propedeutico allo sviluppo di alcune abilità, tra cui l'assunzione di prospettiva spaziale di un'altra persona. Pensiamo che tramite questa forma di interazione, e l'utilizzo di questa tecnologia, i bambini possano migliorare in queste abilità e quindi migliorare nelle abilità di cognizione sociale in generale".

Un robot può ripetere la stessa azione, nello sesso identico modo, un numero infinito di volte: diventa quindi una sorta di palestra relazionale dove il bambino può sperimentare in modo sicuro e prevedibile forme di interazione. Certo è ovvio, ma va sottolineato, le competenze e la presenza del terapeuta sono imprenscindibili e insostituibili. "La presa di prospettiva aiuta i bambini a imparare che ci sono punti di vista diversi dal proprio, e ad uscire dalla propria zona di confort, dal proprio punto di vista autocentrato per imparare poi a mettersi nei panni dell'altro anche dal punto di vista emotivo e sociale - dice Federica Floris, psicologa dell'Opera Don Orione di Genova - Questo costituisce una soft skills che tutti poi sfruttiamo nelle relazioni nei contesti sociali. Quello che ci aspettiamo è che imparare questa competenza con iCab porti poi bambini a utilizzarla anche in contesti più ecologici: all'asilo, a scuola con gli altri compagni, al parco giochi, o anche in famiglia quando spesso ci sono le difficoltà nel comprendere quello che l'altro sta provando"

In ogni seduta iCub affianca il terapeuta ed è impiegato in base alle competenze specifiche di ogni bambino. Il trattamento con il robot, già di per sé esperienza stimolante e rinforzante, si integra poi con altri interventi previsti dal percorso terapeutico. "Quello che facciamo qui è utilizzare quelle che sono le caratteristiche specifiche dei robot: utilizzarli come se fossero uno strumento al servizio dei clinici - aggiunge Ghiglino - E in effetti questo progetto nasce da una comunione tra quello che è il mondo della ricerca scientifica e quello che è il mondo della applicazione pratica di quello che il progresso scientifico".

La fase iniziale della sperimentazione coinvolge ora circa 50 bambini e si concluderà a giugno del 2021.

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