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Covid, Inail: oltre 100mila i contagi sul lavoro e 366 decessi

Roma, 22 dic. (askanews) - Oltre 104mila contagi da Covid-19 sul lavoro e 366 morti dall'inizio della pandemia al 30 novembre. Sono i dati forniti dall'Inail, secondo cui, rispetto alle oltre 66mila denunce rilevate al 31 ottobre scorso, i casi in più sono 37.547, di cui oltre 27.700 solo riferiti a novembre.

La "seconda ondata" delle infezioni ha avuto quindi un impatto più significativo della prima, anche in ambito lavorativo. Nel bimestre ottobre-novembre, infatti, si rileva il picco dei contagi di origine professionale, con quasi 49mila denunce di infortunio (pari al 47% del totale).

Diverso l'andamento dei decessi. La metà (50,3%) è avvenuta ad aprile, il 33,1% a marzo, lo 0,3% ad agosto e settembre. Guardando all'analisi territoriale, le denunce ricadono ancora soprattutto nel Nord del Paese: il 50,3% nel Nord-Ovest (il 30,5% in Lombardia), il 21% nel Nord-Est.

Quasi sette denunce su 10 sono nel settore della sanità e assistenza sociale. Gli altri settori più colpiti sono i servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il manifatturiero (tra cui gli addetti alla lavorazione di prodotti chimici e farmaceutici, stampa, industria alimentare), le attività dei servizi di alloggio e ristorazione e il commercio.

La categoria professionale più colpita continua a essere quella dei tecnici della salute, con il 38,6% delle infezioni denunciate, circa l 82% relative a infermieri, e il 9,3% dei casi mortali. Le altre categorie più coinvolte sono quelle degli impiegati amministrativi (4,3%), degli addetti ai servizi di pulizia (2,2%), dei conduttori di veicoli (1,2%) e dei dirigenti amministrativi e sanitari (1,0%).

Infine, l'Inail ha fatto l'identikit dei lavoratori contagiati. La maggioranza sono donne (69,4%), con un età media dall inizio dell epidemia di 46 anni per entrambi i sessi. Il 42,5% delle denunce riguarda la classe 50-64 anni, seguita dalle fasce 35-49 anni (36,8%). I decessi, invece, sono concentrati soprattutto tra gli uomini (84,2%) e nella fascia 50-64 anni, con il 71,6% del totale dei casi.

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