L'infettivologo: "Dati ancora scarsi ma sembra non più letale"
Variante Covid, prof. Puoti: "Improbabile che resista al vaccino"
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Roma, 21 dic. (askanews) - Secondo la maggior parte degli esperti al momento non ci sono evidenze scientifiche dell'inefficacia del vaccino contro il Covid-19 per la variante del virus scoperta in Gran Bretagna. A pensarla così anche il professor Claudio Puoti, infettivologo ed epatologo, responsabile del Centro di epatologia dell Istituto Ini di Grottaferrata.
"Come tutti i virus bisogna considerare che anche il Sars-Cov2 subisce delle mutazioni. Maggiore è la circolazione di un virus, maggiore sarà il numero dei soggetti infetti, maggiore il numero di particelle virali neoformate e quindi maggiore il rischio di mutazioni. Questa variante, che è stata definita D614G, presenta ben 17 mutazioni e sembra che in Inghilterra, anche se in Spagna forse già era presente da qualche mese, sia passata a rappresentare da un quarto delle infezioni a due terzi, in poco tempo. È chiaro che si pongono tre domande: è maggiormente aggressiva e letale? È più diffusiva e contagiosa? Risponderà meno bene ai nuovi vaccini?
"Dati gli scarsi dati che abbiamo finora sarebbe presuntuoso e preliminare pensare di dare risposte certe a queste domande, ma a grandi linee, probabilmente, la nuova variante è estremamente più contagiosa e maggiormente trasmissibile rispetto agli altri ceppi virali perché questa mutazione ne ha aumentato la fitness, la capacità di diffusione e adattamento all'ospite; non sembra però per fortuna che possa essere considerata più aggressiva e letale rispetto ai ceppi che conosciamo; per quanto riguarda la risposta al vaccino, poiché la proteina spike che è l'antigene di superficie contro la quale vengono diretti gli anticorpi indotti dai vaccini è interessata in misura minima da queste mutazioni è estremamente improbabile che la nuova variante D614G possa essere resistente ai nuovi vaccini".