Ct a fine corsa

Nazionale fuori dai Mondiali, Ventura non si dimette: "Chiedo scusa agli italiani", il nodo della buonuscita

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Giulio Bucchi

Non si dimette, Giampiero Ventura, nonostante il più grande disastro del calcio italiano dal 1958 a oggi porti la sua firma. La Nazionale pareggia 0-0 a San Siro contro la Svezia nel ritorno dello spareggio Mondiale, risultato che ci lascia clamorosamente a casa da Russia 2018. Il ct non parla al termine della gara (e manda Gigi Buffon, in lacrime, a metterci la faccia su Raiuno) e tarda due ore prima di  presentarsi in conferenza stampa: "Volevo salutare i miei giocatori", ha spiegato il selezionatore azzurro, confermando nei fatti un addio obbligato. Eppure, dovrà essere la Figc a silurarlo. "Non mi sono dimesso perché non ho ancora parlato con il presidente Tavecchio. Quando non si ottiene il risultato è evidente che il responsabile è l'allenatore - ha spiegato ai giornalisti il mister genovese -. Con la Federazione ci confronteremo e valuteremo il da farsi. Qualsiasi cosa verrà partorita verrà accettata". In ballo, impossibile non pensarci, anche la buonuscita prevista da un contratto da 1,6 milioni di euro a stagione e rinnovato prima di questi spareggi fino al 2020. In caso di dimissioni, quella buonuscita salterebbe. "Chiedo scusa agli italiani per il risultato, ma non per l'impegno e la volontà", è il triste commiato di Ventura, il cui biennio era iniziato sotto il segno di un nuovo inizio, con tanti giovani promettenti, e si chiude come il più malinconico e freddo dei tramonti.