Nuovo leader lui?
Giuseppe Conte, "fate attenzione". Retroscena, il tragicomico disastro davanti ai parlamentari grillini: perché ora ce l'hanno tutti con lui
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Bastano 40 secondi per riassumere l'intervento di Giuseppe Conte in video-collegamento con l'assemblea del Movimento 5 Stelle? Forse, a giudicare dalla reazione assai stizzita di molti parlamentari grillini. Dagospia l'ha definita "una triste performance", i retroscena parlano di un onorevoli pentastellati imbufaliti e delusi dall'ex premier, che giovedì sera, con il suo discorso, ha esordito da leader in pectore del Movimento.
Bene, un po' tutti, anche chi non lo può dire per ovvie ragioni di convenienza e opportunità politica, dall'avvocato di Foggia si aspettava molto di più. A essere maliziosi, sicuramente più dell'intercalare sciorinato da Conte e diventato un vero e proprio tormentone, riassunto appunto in 40 esilaranti secondi dall'Agenzia Vista. "Attenzione", ripete l'ex presidente del Consiglio, "fate attenzione", "e attenzione", "qui dobbiamo fare attenzione", "vi ringrazio per l'attenzione". A quale parola abbia fatto maggiormente ricorso Conte di fronte ai suoi nuovi compagni di partito è chiaro. E in fondo, con un po' di sociologia spicciola, Conte è stato coerente con il suo passato a Palazzo Chigi, soprattutto nel bis: fare paternalistico, da chi ammonisce dall'alto di cotanta esperienza, proprio come era solito fare durante le ormai mitologiche dirette su Facebook in cui istruiva gli italiani su cosa fare e cosa no durante il primo lockdown.
Logico, a questo punto, che qualche deputato e senatore grillino abbia criticato il nuovo capo. Il discorso di Conte, rivela il Corriere della Sera, "non ha convinto" ed "è riuscito a scontentare tutti in un colpo solo". Addirittura. "Ci aspettavamo chiarezza sulle due questioni che stanno lacerando il gruppo - lamenta un anonimo big pentastellato -: il rapporto con Rousseau e il tema del tetto di due mandati. ma per ora ci sono state solo allusioni". In fondo, anche qui nulla di nuovo: in caso di diatribe, buttare la palla in tribuna sperando che il problema sparisca da sé. Lo hanno sperimentato gli italiani, fin troppo a lungo.
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev