La telefonata

Berlusconi a Belpietro: "Larghe intese? Vedremo..."

Lucia Esposito

Immortale, Silvio Berlusconi. Tutti lo davano per morto, e invece non solo ha tenuto botta, ma di fatto ha pareggiato, impattando la sinistra sia alla Camera e al Senato. A tutto ciò aggiungiamoci l'ingrediente-Beppe Grillo, e ne esce un quadro di ingovernabilità assoluta. Il Cavaliere ha vinto ancora: senza di lui non si governa. Ma Berlusconi non esulta. Ne La Telefonata di Maurizio Belpietro su Canale 5 il leader del Pdl non gioisce per il risultato, mantiene un basso profilo, afferma che si aspettava di vincere. Ora però tutti si chiedono: e adesso, che succede? Il Cav spiega che è troppo presto per dare delle risposte. Riflette. Prende tempo. Ma i dati sono due. Il primo: la netta chiusura a Monti e Casini, con i quali "probabilmente sarà impossibile stringere un'intesa". Il secondo invece è il possibilismo espresso sul Partito Democratico: "Abbiamo bisogno di riflettere - spiega il Cavaliere -. Il punto centrale è il bene dell'Italia. Bisogna vedere su quali programmi si potrà confluire". Con i piedi di piombo, insomma, ma possibilista. Sornione, Berlusconi attende la mossa di Pier Luigi Bersani, a cui con tutta probabilità, nonostante il margine risicatissimo (anzi, inesistente), il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affiderà il compito (quasi impossibile) di provare a formare un nuovo governo. Di seguito, l'intervista a Silvio Berlusconi del direttore di Libero, Maurizio Belpietro.