La telefonata
Brunetta da Belpietro: "Da Napolitano atto gravissimo"
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"Quando c'è il fumo c'è anche l'arrosto. Può essere una battuta, ma visto che il presidente della Repubblica usa la metafora del fumo io uso quella dell'arrosto. L'arrosto c'è eccome". E' il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta, intervenendo a La Telefonata di Maurizio Belpietro su Canale 5, a mettere sotto accusa Giorgio Napolitano, nella bufera sul "complotto" dell'estate 2011 e gli incontri con Mario Monti per sostituire Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. "Io quei mesi di quell'estate li ho vissuti in prima linea, ricordo benissimo tutti gli avvenimenti. Ricordo benissimo che a giugno non c'era alcuna tempesta economica sullo spread, che l'Italia veniva promossa in Europa con il suo Documento di economia e finanza, che il pareggio di bilancio veniva fissato al 2014". "Non c'era nessuna bufera, semmai c'era nervosismo dei mercati finanziari tedeschi, perché il rendimento dei bund era arrivato al 3% e le banche tedesche erano sotto il mirino della speculazione. C'era il problema della Grecia, certamente, c'era il problema della Banca centrale europea che non sapeva che pesci pigliare rispetto alla tempesta finanziaria che stava colpendo la Grecia con l'uso della liquidità proveniente dagli Stati Uniti". "Che in quel giugno - conclude Brunetta - il presidente della Repubblica contattasse il professor Monti dicendogli sostanzialmente Tieniti pronto per sostituire Berlusconi, questo dal punto di vista costituzionale è un atto gravissimo, perché il presidente della Repubblica non può fare consultazioni private e segrete di sostituzione di un presidente legittimato dal popolo, legittimato dal voto parlamentare, in presenza di nessuna crisi né formale né sostanziale".