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Giorgia Meloni come Gianfranco Fini, Fratelli d'Italia ai massimi che toccò An: l'ultima impresa

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Davide Locano

No, il trionfatore di queste elezioni non è il Pd, che in Calabria perde male e in Emilia Romagna strappa la vittoria in contumacia (Bonaccini ha fatto di tutto per mascherarne il simbolo) e con una perdita di 10 punti rispetto alle Regionali del 2014. E non è la Lega, che non riesce a conquistare l' Emilia Romagna pur essendosi giocata fino in fondo la partita e dimezza quasi le percentuali in Calabria rispetto alle Europee dello scorso anno. Leggi anche: "Abbiamo il nome": Meloni parla da leader e sfida Salvini Il vero vincitore di queste elezioni è Fratelli d' Italia che, come ha evidenziato ieri la Meloni, è «l' unico partito a crescere in entrambe le regioni, il partito che cresce di più e l' unico partito che cresce nel centrodestra». E questo nonostante sia il più giovane, e quindi teoricamente il meno strutturato. Ma determinanti, a detta della leader di FdI, sono stati «la nostra coerenza e la nostra correttezza». In Emilia Romagna lo schieramento della Meloni ottiene l' 8,6%, in Calabria il 10,9%. Sono numeri che confermano la crescita continua negli ultimi due anni: in Emilia Romagna alle Politiche del 2018 FdI aveva ottenuto il 3,3%, alle Europee del 2019 il 6,4; in Calabria alle Politiche aveva portato a casa il 4,6%, alle Europee era balzato al 10,3. Nel video (Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev) la Meloni commenta i risultati FdI alle regionali L' evoluzione si fa ancora più evidente se si confrontano i risultati di due giorni fa con quelli delle scorse Regionali: rispetto al 2014 sia in Emilia Romagna che in Calabria FdI vede più che quadruplicati i consensi (era all' 1,91% nella prima e al 2,47 nella seconda). E il dato è molto significativo in Emilia Romagna, tradizionalmente regione rossa. RAGGIUNTO FINI Come fa notare la Meloni, qui «aver tenuto tutti con il fiato sospeso in attesa dei risultati dimostra che i tempi sono cambiati: è finita un' epoca. Non ci sono più territori inespugnabili e con proposte serie e credibili, con un grande lavoro, si può vincere ovunque». Ma forse la maggiore soddisfazione sta nell' essere arrivati per la prima volta ai livelli di Alleanza Nazionale: alle elezioni del 2005 - ultima performance nelle due regioni del partito guidato da Fini - An aveva raggiunto l' 8,8% in Emilia Romagna e il 9,9 in Calabria. Risultati sovrapponibili a quelli di FdI dell' altro giorno: è come se la formazione della Meloni avesse ripreso il filo da dove si era interrotto 15 anni fa e, dopo una lunga fase di frammentazione del mondo della destra sociale, comunitaria e conservatrice, avesse di nuovo coagulato quel bacino elettorale attorno a una leadership autorevole. Con questi risultati FdI diventa rispetto a Salvini quello che era il partito di Fini rispetto a Berlusconi: non una listina di appoggio, ma la seconda gamba solida della coalizione. Imprescindibile per il successo del centrodestra. La performance di FdI diventa tanto più rilevante se si considerano due altri fattori. In primo luogo Fratelli d' Italia, tra i tre partiti di centrodestra, era l' unico che non esprimeva un proprio candidato governatore. E nondimeno è andato meglio di tutti, anche per uniformità di consensi tra le due regioni (se la lista della Lega ha tenuto in Emilia Romagna, ha ceduto parecchio in Calabria; viceversa Forza Italia, eccellente in Calabria, ha subito una débâcle in Emilia Romagna). A ciò si deve aggiungere la considerazione che la Meloni ha sì sostenuto gli esponenti locali di partito facendo campagna elettorale, ma ha evitato di cimentarsi in un tour de force alla Salvini. Eppure, anche senza la presenza fissa del leader nazionale, FdI ha strappato i risultati migliori della sua storia. Il che dimostra che il partito si è radicato a livello territoriale, in termini di classi dirigenti, militanti ed elettorato. No, il partito della Meloni non è più Fratelli della Garbatella o di Roma e dintorni. Ma comincia realmente a essere un partito di respiro nazionale, un vero Fratelli di Italia. LE RICHIESTE Sarà interessante vedere cosa riuscirà a ottenere quando, come capiterà la prossima primavera, FdI conterà su propri candidati governatori. «Siamo già al lavoro per le prossime regioni che vanno al voto», avverte la leader di Fratelli d' Italia, «a partire da quelle nelle quali FdI esprimerà i propri candidati presidenti, la Puglia con Raffaele Fitto e le Marche con Francesco Acquaroli». L' obiettivo di superare il 10% è stato già raggiunto. Ora resta come meta regolativa quel 15,66% ottenuto da An nel 1996. Che pensino pure in grande, la Meloni e i suoi Fratelli. di Gianluca Veneziani