Inviti alla "stabilità"
Meloni e Salvini, niente voto anticipato? Il retroscena dal governo: "Pressioni dalle cancellerie straniere"
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Niente spallata. L'aria che tira in Parlamento, dopo la convulsa fase del "Mercato delle Vacche", è che Giuseppe Conte, Pd e M5s stiano lavorando con successo per blindare premier e governo, almeno per qualche mese ancora. L'esecutivo, spiega Francesco Verderami in un retroscena del Corriere della Sera, "potrebbe cadere in ogni momento per incuria o imperizia ma non attraverso una manovra. Quegli spazi per Matteo Salvini paiono ridursi". Leggi anche: "Può darsi". Berlusconi, ammissione a mezza bocca: cosa bolle in pentola in Parlamento Non a caso Giorgia Meloni è molto prudente: anche lei chiede le urne, ma "aspetta di vedere come farà il leader della Lega a conquistarle. E mentre FdI sale nei sondaggi, lei usa il tempo per verificare se il passo dell' alleato mostra segni di cedimento", spiega Verderami. Dietro Palazzo Chigi, ci sarebbe l'eterna ombra dell'Unione europea. Dalle "cancellerie straniere" sarebbero già partiti, spiega un esponente del governo rigorosamente sotto anonimato, "inviti alla stabilità" ai vertici istituzionali italiani. Nel video di Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev, Conte vorrebbe "più difficile il passaggio da un gruppo all'altro"