Il leghista si muove
Matteo Salvini, cannonata a Luigi Di Maio sulla Tav: "In Piemonte un referendum, se ne facciano una ragione"
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"Se la democrazia ha un senso e se la Lega, a un quarto dello scrutinio in corso in Piemonte, ha il 36% con il triplo dei voti rispetto agli amici di M5s, vuol dire che i piemontesi si sono espressi abbastanza chiaramente". Il messaggio di Matteo Salvini è chiarissimo. Un messaggio che il leader della Lega aveva affacciato nella conferenza stampa del mattino e ha ripetuto nel pomeriggio del giorno del trionfo leghista. Trionfo alle Europee e, dunque, anche in Piemonte, dove si profila una nettissima vittoria di Alberto Cirio su Sergio Chiamparino (il candidato del centrodestra è vicino al 50%). Ma nelle parole di Salvini il confronto non è con Chiamparino ma con Giorgio Bertola del M5s, inchiodato a un risicatissimo 13 per cento. Leggi anche: Franco Bechis, la verità sulle parole di Di Maio Quando il ministro della Lega parla di "referendum" - ed eccoci al messaggio già avanzato in mattinata - si riferisce alla Tav. E proprio sull'alta velocità, che la Lega vuole realizzare nonostante le bizze grilline, Salvini torna ad insistere: "Nel contratto di governo figura la revisione completa dell’opera della Tav Torino-Lione e io userò i milioni di consensi elettorali andati alla Lega per ricontrattare la quota finanziata dalla Ue - sottolinea il vicepremier -. Il bando resta aperto per alcuni mesi e se ne riparlerà in autunno. Ma, se questo non è un referendum, poco ci manca - ribadisce -. Il voto popolare è abbastanza chiaro sul fatto che gli italiani vogliono viaggiare, inquinare di meno e dunque le opere nei cantieri vanno concluse". Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev Come detto, il messaggio è chiarissimo: per Salvini la Tav si deve fare e non è disposto a fare concessioni. Il "plebiscito" in Piemonte conferma in modo netto la volontà della Regione (per inciso, anche il Pd non è contrario alla Tav). I grillini, insomma, sull'alta velocità si trovano in una situazione di totale minoranza. Lo scontro si profila in modo inevitabile. Uno scontro che secondo rumors ed addetti ai lavori potrebbe anche portare a una crisi di governo. E interpellato sulla Tav nella conferenza stampa che ha tenuto dopo pranzo, Luigi Di Maio ha deciso di non rispondere, limitandosi a dire che "il dossier è sulla scrivania di Giuseppe Conte". L'ora della resa dei conti, insomma, sembra farsi sempre più vicina.