Alunni ghettizzati?

Disabilità, "il Ministro è inutile". Il caso del decreto che dimentica l'inclusione

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Costanza Cavalli intervista per Libero Tv Alessandro Mazza, avvocato, e il dottor Michele Restelli, direttore Servizi disabilità Fondazione Sacra Famiglia, sul tema disabilità e inclusione scolastica. Secondo i dati Istat, in Italia, nel 2019, le persone con disabilità erano 3 milioni e 150 mila. I disagi sono vari: dall’isolamento alle violenze fisiche, dal lavoro fino alla scuola. L’avvocato Mazza, insieme con il suo studio, ha vinto un ricorso al Tar sui difetti e le discriminazioni contenute in un decreto attuativo, interministeriale tra il dicastero della Pubblica istruzione e quello dell’Economia, pubblicato a fine dicembre 2020. “Questo decreto ha introdotto il tema dell’esonero”, spiega Mazza, “se l’alunno cioè non è ritenuto adeguato per seguire una materia, non farà quelle ore. Questo principio cozza con quello di inclusione e con sentenze della Corte Costituzionale e della Corte europea dei Diritti dell’uomo”. Entro il 13 novembre il Ministero potrà fare appello. Della cura dei disabili parla Restelli: “La onlus Sacra Famiglia ha una storia di centoventicinque anni, durante il Covid la grande sofferenza è stata vedere le famiglie isolate e dover affrontare i problemi di convivenza con i propri cari da soli”. Il Governo italiano  ha un Ministro dedicato alla disabilità, caso rarissimo in Europa: in che modo avere un dicastero dedicato ha aiutato e aiuta le persone con disabilità? “Il decreto di cui ci siamo occupati si pone in antitesi a una legislazione che in realtà è molto buona in Italia, soprattutto perché è di concerto al Ministero dell’Economia e perché contiene molti moniti al risparmio. Infine il decreto parla anche di riduzione d’orario per gli studenti disabili”, dice Mazza, “Inoltre è un Ministro non un Ministero, è cioè senza portafoglio e quindi è una carica meramente politica”. Aggiunge Restelli: “Questo Ministro è come se non esistesse, forse potrebbe servire a far crescere la consapevolezza culturale della disabilità”.