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Michelangelo Pistoletto: "Potremmo tutti vivere nel Terzo Paradiso. Ecco perché"

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Nicoletta Orlandi Posti, in questa puntata di ART’è, intervista Michelangelo Pistoletto - classe 1933, uno dei maggiori protagonisti della scena artistica internazionale - in occasione di un prezioso dono a Monte Verità di Ascona come continuità del suo pensiero. Si tratta della sua opera “Terzo Paradiso” realizzata con le pietre di Monte Verità, luogo d'incontro agli inizi del secolo scorso  per artisti e intellettuali anticonformisti di tutta Europa e ancora oggi - e lo dimostra la presenza di Pistoletto - luogo vivo e che guarda al futuro dell'arte, della cultura, del pensiero. Non solo. Il Maestro ha inaugurato la retrospettiva al Museo comunale d’Arte Moderna di Ascona La Verità di Michelangelo Pistoletto curata da Mara Folini e Alberto Fiz. dove viene storicizzato il progetto del Terzo Paradiso che nasce nel 2003 quando Pistoletto scrive il manifesto e ne disegna il simbolo costituito da una riconfigurazione del segno matematico dell’infinito. Al secondo piano del Museo sono esposte le grandi fotografie delle installazioni del Terzo Paradiso sulla Piramide del Louvre, nelle acque di fronte a L’Avana, nel Parco delle Nazioni Uniti a Ginevra o sul logo della missione della stazione Spaziale Internazionale del 20217 che fanno da trait-d’union con le nuove installazioni del Terzo Paradiso a Monte Verità e nel Parco del Museo del Castello San Materno. In mostra ad Ascona, ovviamente, ci sono anche i Quadri specchianti che irrompono sulla scena nel 1962. Ecco allora la Bottiglia del 1963, uno dei primi esempi realizzato con questa tecnica, dove compare, senza enfasi, un elemento quotidiano nella parte bassa dello specchio. Un altro lavoro particolarmente significativo è Padre Madre del 1968 con i genitori di Pistoletto visti di schiena, nella stessa posizione di fronte allo specchio. Poi c’è Gabbia del 1969 e Autoritratto con quaderno Terzo Paradiso del 2017 che sembra dialogare con Autoritratto d’oro di quasi cinquant’anni prima dove Pistoletto si ritrae su fondo oro, ma senza volto. Non potevano mancare in mostra alcune delle installazioni iconiche degli anni Sessanta tra cui Labirinto in cartone ondulato che invade completamente l’ambiente al cui interno compare il pozzo, la Sfera di giornali con la quale, già nel 1967 Pistoletto denunciava il riciclo dell’informazione, la comunicazione fluida la sovrapposizione delle notizie e il loro azzeramento. E poi c’è la Venere degli stracci del 1967 nella quale le forme dell'arte classica stridono con il disordine della vita moderna. Per usare le parole del Maestro, è il senso di un’epoca che sta consumando, consumando la realtà, consumando tutto quanto, in base ad una fenomenologia consumistica. Al secondo piano troviamo Il Tempo del Giudizio, opera del 2009, che rappresenta idealmente un tempio in cui le quattro grandi religioni - Cristianesimo, Buddismo, Induismo, Ebraismo, sono indotte a riflettere su se stesse ponendosi di fronte allo specchio. La mostra al museo comunale di Ascona si chiude idealmente con Love Difference - Mar Mediterraneo: un grande tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo circondato da sedie provenienti dai diversi paesi che si affacciano su questo mare. Love Difference, presentato nel 2003 alla Biennale di Venezia quando Pistoletto ha vinto il Leone d’Oro alla carriera, è un annuncio programmatico, un movimento che unisce l’universalità dell’arte all’idea di transnazionalità politica.  La mostra La verità di Michelangelo Pistoletto merita davvero di essere visitata. Ma anche Monte Verità: è un posto magico e taumaturgico e con Il Terzo Paradiso di Pistoletto ancora di più.