Brunori Sas dopo l'esibizione a Sanremo: "I padri sono cambiati"

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“È un brano che è nato quando ero in una fase di crisi perché non riuscivo a scrivere canzoni”. Dario Brunori, in arte Brunori Sas, racconta come è nato il brano che ha portato al Festival di Sanremo, ‘L’albero delle noci’, canzone dedicata alla figlia Fiammetta. “Ho sempre pensato che l’albero di noci di fronte a casa mia avesse in sé delle canzoni, così sono andato alla finestra e gli ho detto in dialetto ‘albero mio, vedi che dobbiamo fare’. Di lì è iniziata la fase della mia vita che è stata poi quella del radicamento, della famiglia e della nascita di Fiammetta e quindi da lì è arrivata naturalmente la canzone”. La “paternità moderna” è un tema molto caro al cantautore calabrese che spiega come la figura del padre si sia negli ultimi anni profondamente trasformata: “è una figura che è stata messa molto in discussione, anche giustamente. Quella figura paterna che era la nostra figura paterna aveva molti limiti, soprattutto dal punto di vista emotivo e anche nella relazione con la mamma. Oggi la cosa fondamentale è cercare da una parte di rivedere quei limiti, quindi sono contento di essere per esempio un padre che passa molto tempo con la figlia, che ci gioca, che cerca un rapporto anche di contatto fisico, cosa che spesso mancava, che non si vergogna di determinate fragilità. Dall’altra parte ci sono anche tanti aspetti belli del rapporto che per esempio ho avuto con mio padre, secondo me serve un padre anche come figura anche di contrasto per rafforzare la propria identità, non sono molto amante della figura troppo amica. Mi piace anche che a volte ci si debba porre in maniera critica proprio per aiutare la crescita, se mio padre mi avesse detto “Belli Metallica”, magari avrei smesso di ascoltarli. Serve una figura di contrasto, perché è proprio grazie al contrasto e all'attrito che poi alla fine avviene una crescita”.