Alfredo Mantovano, lo sfregio delle toghe rosse: sventolano la Costituzione e se ne vanno
Una manifestazione silenziosa all'ingresso del tribunale con la Costituzione in mano e poi l'abbandono della sala quando inizia a parlare il rappresentante del governo, Alfredo Mantovano. È la protesta organizzata dall'Associazione nazionale magistrati in occasione dell'Inaugurazione dell'anno giudiziario 2025 alla Corte d'Appello di Roma. Le toghe aderenti alla protesta hanno accolto le autorità presenti alla cerimonia reggendo in mano la Carta, con una coccarda tricolore al cuore e con alcuni cartelli che citano il giurista e padre costituente Piero Calamandrei. Un nuovo, durissimo, attacco al governo. E uno sfregio a Mantovano: non lo vogliono sentir parlare.
"Il motivo della protesta di oggi è la riforma delle separazione delle carriere, anche se il termine è improprio, ma non è questa la sede per discuterne" spiega la Presidente della Giunta Sezionale di Roma dell'Anm Daniela Rinaldi. "A seguito di numerosi tentativi di interlocuzione con il Ministero abbiamo compreso che l'iter di questa riforma andrà avanti inesorabilmente senza comprendere le nostre ragioni che abbiamo più volte segnalato. Cioè la necessità di comprendere il pubblico ministero nell'alveo della giurisdizione e quindi nella cultura della giurisdizione perché sganciarlo significherebbe agganciarlo al potere esecutivo. Una stortura del sistema costituzionale voluto dai padri costituenti". L'iniziativa dell'Anm non si ferma all'ingresso della Corte d'Appello.
Durante la cerimonia, nella Sala Europa, i magistrati si sono alzati e hanno abbandonato simbolicamente l'aula al momento dell'intervento del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano. Per inciso, le toghe rosse hanno abbandonato anche l'aula a Napoli dove parlava Carlo Nordio, ministro della Giustizia. Iniziative simili sono avvenute in tutta Italia.