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Milano, nel Cpr di via Corelli vermi nel cibo e zero igiene
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"Si è impiccato nelle docce, non so se è vivo o morto, ancora deve arrivare la polizia penitenziaria". Sono alcune delle chat e dei video agli atti dell'inchiesta di Procura e Guardia di Finanza di Milano sul Centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli, a Milano. L'indagine sul gestore della struttura, Martinina srl, è per frode in pubbliche forniture e turbativa d'asta ma dal materiale acquisito dagli inquirenti si apre uno squarcio sulle condizioni detentive all'interno del centro, già chiuso svariate volte dopo le rivolte e gli incendi di protesta avvenuti fra le mura della struttura. "Con questo siamo 3 giorni, 3 in meno" si legge in italiano stentato in una chat del 12 settembre 2022 in cui viene condiviso il video di un tentato sucidio di un ragazzo recluso soccorso da altri migranti. Un altro uomo scrive su whatsapp "voglio morire" e allega una foto della sua bocca cucita con ago e filo, immagine che era già stata resa nota dagli attivisti milanesi dell'associazione Naga e della 'Rete No ai Cpr - Mai più lager' che hanno pubblicato il Report dell’accesso al Cpr di via Corelli 28 effettuato dall'allora senatore Gregorio De Falco il 29 maggio 2022. L'ex esponente dei Cinque Stelle è stato sentito dai pubblici ministeri di Milano, Paolo Storari e Giovanna Cavalleri, che oggi coordinati dall'aggiunto Tiziana Siciliano hanno preso parte all'ispezione con la GdF nella struttura da 72 posti che al momento ospita una cinquantina di irregolari con due 'moduli' aperti su quattro. Il materiale video e fotografico agli atti dell'indagine mostra le condizioni di sporcizia della struttura, i vermi all'interno del cibo servito in mensa, uomini trascinati di peso. Da quanto si apprende alcuni dei pm saranno convocati la prossima settimana in Prefettura a Milano, stazione appaltante del Cpr, per discutere dell'inchiesta con il neo prefetto Claudio Sgaraglia.