Da Santoro

Sgarbi: "Stai zitto non capisci un c...", e Cacciari se ne va

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Vittorio Sgarbi a Servizio Pubblico oltre a far impennare lo share fa anche alzare la tensione in studio. Questa volta nel mirino di Vittorio c'è Massimo Cacciari. Filosofo ed ex sindaco di Venezia è in collegamento con l'arena del "teletribuno". In studio il tema è: chi andrà al Quirinale dopo Giorgio Napolitano? Vittorio Sgarbi fa i suoi nomi: "Io so bene che in Italia ci sono delle personalità che metterebbero d'accordo tutti. Nel mondo di sicuro Bersani, Amato e gli altri non li conosce nessuno. Raffaello, Michelangelo e Leonardo, quelli sì che sono nomi apprezzati da tutti". Sgarbi comincia un suo monologo su chi vedrebbe bene al Colle nel dopo Re Giorgio.  Riccardo Muti al Colle - A questo punto attacca Beppe Grillo: "Non possiamo aspettare che il nome ce lo indichi il grillino di turno. Grillo non ha mai ascoltato Mozart. Che cosa ne sa di quello che sono le figure stimate in tutto il mondo del nostro Paese. Io un nome ce l'ho ed è Riccardo Muti. Lui sì che con la musica può mettere d'accordo tutti". Insomma Sgarbi vuole un direttore d'orchestra al Qurinale. Intanto Cacciari continua ad ascoltare le sue parole. A questo punto il critico d'arte parla dell'Italia e del suo patrimonio culturale. Cacciari se ne va -  "Io non capisco perchè Berlino, una città del c....rasa ala suolo e bombardata abbia tre volte i turisti di Roma". Cacciari squote la testa e non è d'accordo: "Basta, ma basta non se ne può più", afferma l'ex sindaco commentando le parole di Sgarbi. Vittorio però non ci sta e si infuria subito. Guarda Cacciari e sbotta: "Stai zitto tu che non capisci e non sai un c...Hai fatto costruire il ponte di Calatrava a Venezia che è costato un sacco di soldi. Hai sperperato i soldi dello Stato". Cacciari si innervosisce. Quell'accusa non può mandarla giù e allora polemicamente si toglie il microfono e abbandona lo studia e il colelgamento. Santoro è incredulo, ma con una risata nessuno si preoccupa di Cacciari. Infine Sgarbi, quasi soddisfatto per aver sbattuto fuori il filosofo, legge un passo di Campanella della Città del Sole. Il testo parla della figura del "principe" che sa guidare le masse. E per Sgarbi in Italia l'unico vero "principe" è Berlusconi.