Fuori controllo

Sea Watch 3, il Garante nazionale dei detenuti contro Matteo Salvini: esposto in procura

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Davide Locano

Ci mancava il Garante dei detenuti. Sul caso Sea Watch 3 non basta la pronuncia della Corte di Strasburgo sui diritti dell'uomo, che ha bocciato il ricorso della ong, la quale chiedeva di sbarcare i migranti fermi a Lampedusa in barba alle regole italiane. Contro Matteo Salvini, come detto, scende in campo ance Mauro Palma, garante nazionale per i diritti dei detenuti, il quale ha presentato un esposto alla procura di Roma, in cui punta il dito contro "la privazione della libertà personale" dei migranti a bordo. Leggi anche: Sea Watch 3, ecco la mappa della rotta della ong Palma rimarca che "non può né intende intervenire su scelte politiche che esulano dalla propria stretta competenza. Tuttavia, è suo dovere agire per fare cessare eventuali violazioni della libertà personale, incompatibili con i diritti garantiti dalla nostra Carta, e che potrebbero fare incorrere il Paese in sanzioni in sede internazionale. In particolare, ribadisce che le persone e loro vite non possono mai divenire strumento di pressione in trattative e confronti tra Stati. Ritiene inoltre che la situazione in essere richieda la necessità di verificare se lo Stato italiano, attraverso le sue Autorità competenti, stia integrando una violazione dei diritti delle persone trattenute a bordo della nave". Nel video (Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev) le parole di questa mattina di Matteo Salvini Palma dunque ha aggiunto: "L’esercizio della giurisdizione italiana sull’imbarcazione sembra inoltre confermato dalla valutazione delle vulnerabilità delle persone a bordo a cui è stato permesso lo sbarco: non può essere però questa la sola via d’uscita dalla situazione presente che, a parere del Garante, sta degenerando". Infine il Garante mette direttamente il Viminale nel mirino per il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane imposto a Sea Watch, chiedendosi se "sia proprio il pur legittimo esercizio della sovranità da parte del nostro Paese a determinare giurisdizione e responsabilità nei confronti delle persone, incluso almeno un minore non accompagnato, bloccate in condizioni sempre più gravi al confine delle sue acque", conclude Palma.