La telefonata
Dambruoso a Belpietro: "Kamikaze in Italia sono cani sciolti"
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In Italia, il rischio di terrorismo islamico e fondamentalista è legato unicamente a "cani sciolti" kamikaze, perchè bisogna dare "merito alle polizie e all’intelligence, coordinate da una magistrature attenta, di aver ridotto al massimo la formazione di gruppi organizzati che avessero l'obiettivo concreto di passare all’azione". Lo ha detto Stefano Dambruoso, magistrato esperto di terrorismo internazionale, ospite de "'La telefonata" di Belpietro su Canale 5. Dambruoso ha in proposito ricordato che "gli ultimi due arresti legati a fondamentalismo silasmico riguardavano due italiani che chattavano via web e avevano un contatto continuativo con aree fondamentaliste, ma questo era il loro massimo grado di operatività". Quanto all’episodio, risalente al 2009, in pieno centro a Milano dove un islamico libico "che voleva portare avanti la sua jiad individuale" cercò di farsi esplodere, Dambruoso ribadisce appunto che "il vero rischio oggi è legato a questo tipo di soggetti, cosiddetti cani sciolti, che senza l’ordine di un grande capo ma da soli - conclude - possono maturare la volontà di immolarsi per varie ragioni". Gli scontri scatenati dal Film su Maometto e "una protesta così coordinata consente agli analisti di ritenere che effettivamente un suggeritore o una centrale unica di suggeritori esiste, ma ci troviamo di fronte non a un’organizzazione con dei capi che decidono di far scattare la protesta e degli emissari che eseguono, ma a cellule autonome che non rispondono a un vertice". "Esiste un network di persone che sono sempre in contatto fra loro via web - ha aggiunto - e la sollecitazione arriva da un leader carismatico che magari dal suo paese sollecita la discesa in strada per protestare". La primavera araba poi "ha permesso che tanti cani sciolti fossero rimessi in libertà". Ma mentre "durante i 50 anni di dittatura nei vari Paesi il radicalismo religioso coincideva con l'opposizione politica, oggi dobbiamo essere ottimisti per quello che sta accadendo, ad esempio in Egitto con i Fratelli musulmani che cercano di governare in modo più moderato possibile, mentre bisogna tenere gli occhi aperti su quanto accaduto in Tunisia". Ad ogni modo, Dambruoso si dice convinto che sia necessario "continuare a monitorare i passaggi storici che stanno avvenendo in questi paesi e che non potranno concludersi nel giro di qualche mese o di qualche anno. L’Europa e il mondo occidentale - conclude - devono essere presente lì perchè è una grande occasione non solo di apertura a relazioni ma anche economica".