Sanità

Ebola, l'arrivo allo Spallanzani del primo caso italiano

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laura vezzo

Il primo contagiato italiano dal virus dell'Ebola è tornato a casa: è atterrato questa mattina, 25 novembre, allo scalo di Pratica di Mare, il Boeing dell'Aeronautica militare che trasportava il 50enne medico per Emergency, impegnato contro l'epidemia in Sierra Leone, dove ha contratto il virus. Dall'aeroporto, l'uomo, di cui non sono state diffuse le generalità, è stato scortato all'ospedale Lazzaro Spallanzani, il centro specializzato in malattie infettive nel Quartiere Portuense. Il convoglio, come si vede nel video, è composto da diverse macchine dei carabinieri, dall'ambulanza e da due mezzi dei pompieri. Contagio in Sierra Leone - L'uomo, un medico volontario per Emergency, era impegnato nella Sierra Leone a Lakka, in un centro sanitario dove sono impiegati altri 26 medici italiani. "Il paziente ha viaggiato all’interno di una speciale barella isolata avio-trasportabile ed è stato assistito durante il volo (durato circa 6 ore e 30) da un team medico dell’Aeronautica Militare specializzato in bio-contenimento composto da circa 25 persone tra medici, specialisti e personale di bordo", assicura il personale medico che si è occuapato del caso. L'Ospedale è pronto - Da settimane il personale dello Spallanzani preparava il protocollo per l’eventuale emergenza contagio: e dopo mesi di simulazioni, per la prima volta un infetto da Ebola è stato accolto in una delle tre stanze a pressione negativa, ovvero dove l’aria entra e non esce e viene cambiata 12 volte al giorno. Le stanze si trovano in un’ala deserta dell’ospedale dove l’isolamento è totale, e non c'è la possibilità di alcun contatto con altri malati o con personale medico non protetto.