La polemica
Francia, vietato trasmettere lo spot a favore dei figli Down
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Vietato trasmettere lo spot che difende il "diritto" ad avere un figlio down. E' polemica in Francia per la decisione del Consiglio superiore per l'audiovisivo (Csa) che lo scorso 26 luglio ha richiamato le emittenti (tra cui Canal+) che avevano mandato in onda Dear future mom, il filmato premiato a Cannes e diffuso dall'Onu il cui messaggio è "Perché non possiamo dire che stiamo bene anche se abbiamo un figlio down?". "Benché diffuso a titolo gratuito - ha spiegato il massimo organismo transalpino di sorveglianza radiotelevisiva -, non può essere guardato come un messaggio d'interesse generale. Indirizzandosi a una futura madre, sembra avere una finalità ambigua e può non suscitare un'adesione spontanea e consensuale". Giudizio che ha spiazzato molti, innanzitutto gli organizzatori della campagna di sensibilizzazione, l'italiano Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down (CoorDown). L'obiettivo, infatti, era far capire alle future mamme che di fronte a un futuro figlio Down l'aborto non è l'unica soluzione. "La felicità di un genitore passa attraverso la felicità dei figli - spiega il sito del CoorDown, che ha realizzato il video tramite l'agenzia Saatchi&Saatchi coinvolgendo giovani Down - ma il benessere di un figlio con sindrome di Down dipende anche dall’inclusione nella società e dalla possibilità di esercitare i propri diritti: una scuola di qualità, il giusto numero di ore di sostegno, i necessari interventi riabilitativi precoci, l'opportunità di trovare un lavoro, come chiunque altro. L'obiettivo della Giornata Mondiale è anche quello di diffondere una nuova cultura della diversità e una maggior conoscenza delle persone con sindrome di Down".