Il comizio

Lega Nord, sul palco con Matteo Salvini a Terni: le parole d'ordine? Di destra

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Giulio Bucchi

"Case popolari? Vogliamo che prima vadano agli italiani". Ogniqualvolta lo si senta parlare, a Milano a Palermo o a Terni come lunedì, Matteo Salvini sembra essere uscito direttamente da un comizio di Alleanza Nazionale o, per i più nostalgici, del MSI. Le sue parole d'ordine, sicurezza, contenimento dell'immigrazione e "prima gli italiani", ci ricordano una certa destra. In piazza Solferino a Terni sono quasi cinquecento le persone che si fanno intorno al leader del Carroccio, cinquecento più cinquanta: i centri sociali, una piccola ma agguerrita pattuglia, occupano la sezione più stretta della piazza. "Disadattati!", urla loro Salvini. E quando parte il coro "fascista", dal palco il segretario leghista replica per solidarietà "R-a-z-z-i-s-t-a! N-a-z-i-s-t-a!", incitando la folla a dargli del "nazista". Risate e ovazioni. Città operaia di tradizione comunista, Terni, che tuttavia accoglie festante chi con la tradizione gauche c'entra poco e niente. L'interesse di Salvini per l'AST, la volontà di porre fine al "dominio" delle cooperative rosse sul mondo del lavoro, l'opposizione dura alla legge Fornero scalda e coinvolge centinaia di persone. "Da dove esce tutta 'sta destra?", si domanda ironico un passante. Come la Le Pen in Francia con gli scontenti di Hollande, anche Matteo punta ad assicurarsi il favore di una fetta dell'elettorato di sinistra, forse proprio quello che a pochi metri da piazza Solferino, lo scorso autunno, ha contestato duramente i segretari generali dei sindacati e le loro ricette per rilanciare l'Acciaieria. di Marco Petrelli @marco_petrelli