Allarme terrorismo a Roma

Bechis: "Al ghetto di Roma vigilanza fai da te"

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Giulio Bucchi

Ci sono agenti in borghese infiltrati in alcuni palazzi, qualche auto dei carabinieri o della polizia in più, ma dentro il Ghetto di Roma dopo l'allarme terrorismo seguito agli attentati di Parigi sono soprattutto gli abitanti del quartiere a cercare di cavarsela da sè. Le forze dell'ordine lasciano perfino accostare le auto alla grande Sinagoga senza chiedere documenti. I ragazzi del Ghetto si sono trasformati in vigilantes, e controllano gli accessi temporanei ad alcune vie chiuse per precauzione. Molti di loro sono schierati davanti alla scuola del Portico di Ottavia. Pochi turisti, quasi nessuno nei ristoranti di solito affollati. Passeggia tranquillo solo l'ex presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua. Due mamme hanno provato a raccogliere fondi per comprare 20 giubbotti antiproiettile ai loro ragazzi. La comunità ebraica ufficialmente è contraria: "così si crea allarme". Ma le mamme si dicono fra loro: "e che deve esserci di più per un allarme?" di Franco Bechis