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Il dramma olimpico del giapponese: fuori dalla finale del salto con l'asta per colpa del suo pene

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Giulio Bucchi

Per qualcuno l'atletica leggera è come il sesso: questione di centimetri. Sicuramente la penserà così il povero Hiroki Ogita, giapponese del salto con l'asta che ha visto le sue speranze di medaglia alle Olimpiadi di Rio (o quantomeno di qualificazione alla finale) infrangersi molto dolorosamente. A fregarlo le dimensioni, non propriamente irrisorie, del suo pene: Ogita salta la misura di 5,3 metri nel gruppo A del primo turno, il suo corpo sfiora la sbarra che però s'imbatte nel membro e cade. La faccia dell'atleta, colto nell'attimo del fallimento, è emblematica: più dolore o delusione?