L'abitacolo
Mafia Capitale, la Pd Campana scorda tutto (anche la lettera di Buzzi a Renzi)
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Micaela Campana è una deputata del Pd molto importante, tanto è che il 16 settembre 2014 Matteo Renzi l'ha voluta con sé nella segreteria del partito. È la moglie separata da fine 2014 di Daniele Ozzimo, Pd ex assessore alla casa nella giunta di Ignazio Marino, indagato e poi arrestato nell'inchiesta su Mafia Capitale. Anche la Campana è stata più volte sfiorata da quelle indagini, per i suoi numerosi rapporti con Salvatore Buzzi. Fin dal primo giorno è risaltato sulle cronache un suo sms a Buzzi che si chiudeva con un "Bacio, grande capo", che faceva intuire i rapporti amicali fra i due. Per questo e altri fatti emersi la Campana è stata ascoltata come teste nel processo in corso a Roma nella seduta del 17 ottobre 2016. Un confronto durato quasi due ore, talmente zeppo di imprecisioni e ricordi sfumati da avere irritato come mai era accaduto fin qui la corte. Ecco la sintesi di quella testimonianza, e delle domande e contestazioni fatte dal presidente della giuria, Rosaria Iannello, dal pm Luca Tescaroli e dai difensori, fra cui Piergerardo Santoro e Antonio Ugo Palma. La Campana inizia raccontando come ha conosciuto Buzzi, ancora ragazzina, perché era uno dei riferimenti degli allora Democratici di Sinistra. Il secondo passaggio che offriamo riguarda un appuntamento che Salvatore Buzzi aveva ottenuto proprio grazie a Micaela Campana con il sottosegretario Filippo Bubbico. Per motivi che la deputata Pd non ricorda, irritando i magistrati... Il terzo episodio che riportiamo riguarda un trasloco che agli atti risulta fatto da Buzzi su richiesta della Campana. Lei non ricorda alcun trasloco Però saltano fuori sms e intercettazioni su quel trasloco dimenticato. Lo aveva chiesto la Campana a favore di suo cognato, Nicolò Corrado, che ne aveva bisogno. È documentato, ma la Campana si è dimenticata tutto: ancora una volta le dimenticanze sul cognato mettono in imbarazzo un leader politico. Arriviamo così al famoso sms del bacio. E qui la Campana spiega perché baciava Buzzi: per rispetto nei suoi confronti. Però salta fuori l'sms integrale, e si capisce che riguarda una interrogazione parlamentare che la Campana avrebbe dovuto presentare per Buzzi. Lei non l'ha presentata, e a Buzzi ha detto una bugia. In aula lei ora non vuole ammetterlo, ma il giudice Iannello è furibonda e la mette alle corde del ring quasi fosse un imputato: "Quindi lei è solita dire menzogne". Si passa al tema dei finanziamenti di Buzzi. La Campana non ricorda di avere mai ricevuti direttamente, stupendo in questo ancora una volta il giudice, che palesemente non le crede. Lei però si ricorda di avere chiesto e ottenuto da Buzzi 20mila euro per suo marito, Ozzimo. Il giudice è stupito: quando ci fu quella richiesta di denaro infatti Campana e Ozzimo erano già separati. Ma lei risponde che separati sentimentalmente sì, però erano uniti dallo stesso obiettivo politico Ed ecco l'ultima chicca di quella testimonianza: i soldi che la Campana ha chiesto a Buzzi per il Pd. In un caso, più remoto, per finanziare una festa di partito. In un altro caso per finanziare una cena elettorale di Matteo Renzi. Spunta anche la notizia di una lettera che Buzzi aveva scritto al premier e segretario Pd, che proprio la Campana avrebbe dovuto consegnare. Lei però come sempre non ricorda nulla. di Franco Bechis