Medio Oriente

Ecco come gli islamici sgozzano i cristiani

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Gli effetti della "Primavera Araba" non cessano di farsi sentire in tutto il Medioriente. Il video e le immagini che pubblichiamo non hanno bisogno di commenti. Sono stati messi in onda dalla tv pubblica egiziana, durante la trasmissione Egypt Today (Egitto Oggi), condotta dal giornalista Tawfiq Okasha. Durante il breve video di presentazione, l'anchorman si chiede indignato: "E' questo l'Islam?". Poi va in onda l'orrore: un giovane sui trent'anni, trattenuto a terra da un uomo vestito di nero, il coltello puntato contro la gola, la testa leggermante sollevata da terra e un coltello pronto a recidere la carotide. Il ragazzo pallido, appare sotto shok, non si divincola nemmeno, rassegnato com'è al suo destino di  morte, mentre una nenia ossessiva in sottofondo recita la sua condanna perchè apostata, reo di essersi convertito al Cristianesimo. Si sentono giaculatorie, preghiere islamiche, la maggior parte delle quali di aperta condanna contro la religione di Gesù: "Che Allah sia vendicato dell'apostata politeista!"; e ancora: "Allah fa trionfare la tua religione, rendila vittoriosa sui cristiani!"; "Allah sconfiggi gli infedeli per le mani dei mussulmani"; infine come un urlo di morte: "Non vi è altro Dio all'infuori di Allah e Maometto è il suo profeta!". A questo punto va in scena l'inferno: si sente un urlo agghiacciante, "Allah AKbar!" e il boia vestito di nero afferrato per i capelli il giovane cristiano, inizia lentamente a recidere la giugulare, mentre la vittima sembra rantolare un'ultima disperata preghiera. Il supplizio dura per alcuni interminabili minuti, mentre il coltello recide la carotide, strappando dal tronco la testa sollevata in aria, il corpo dissanguato tra urla di giubilo e di incitamento per l'orrendo scempio appena compiuto.  Purtroppo la pratica dello sgozzamento contro i cristiani è segnalato in questi giorni in altre zone del medioreinte, una per tutte, la città di Homs in Siria, commessi da "residenti", sempre nel più assoluto silenzio dei media, che preferiscono parlare delle nefandezze e dei crimini del dittatore alawita Bachar al Assad.  di Leonardo Piccini