Politiche migratorie

Diciotti, "dalle toghe passepartout per i migranti". Il marittimista Loffredo, Italia verso un disastro

Una pioggia di ricorsi in vista dopo la sentenza della Cassazione sulla Diciotti. A sostenerlo non è qualche esponente del governo di centrodestra ma un tecnico di rango, il marittimista Giuseppe Loffredo.

L'ordinanza a sezioni unite della Corte di Cassazione che ha imposto al governo il risarcimento per i migranti irregolari trattenuti sulla nave per una decina di giorni nell'estate del 2018 "depotenzia la politica migratoria italiana dell'attuale Governo nonché i criteri di pianificazione dello smistamento dei migranti richiedenti asilo tra i vari centri di prima accoglienza sull'intero territorio nazionale, con rischio di potenziale aggravio per le regioni del sud a dover assorbire tutti i flussi migratori", spiega Loffredo all'agenzia Adnkronos

 

 

 

Ex partner professionale di Gianni Origoni ed esperto in diritto della navigazione, dei trasporti e relative infrastrutture nonché fondatore del think tank di settore, Legal4Transport, Loffredo sottolinea: "Anche se i tempi di permanenza a bordo devono essere stabiliti dalla 'pratica marinaresca' e dal governo, non dalla magistratura, questa Ordinanza aprirà la porta a migliaia di ricorsi, tutte le volte in cui la nave dopo la presa a bordo viene inviata a un porto di sbarco che non sia il più vicino possibile al luogo di soccorso e cioè a Lampedusa o nel migliore dei casi in Sicilia o Calabria, quindi al Sud".

Secondo l'esperto, tra l'altro, "l'ordinanza potrebbe ledere le politiche di redistribuzione dei migranti nei centri in Albania trasformandosi in un 'passepartout' alle loro richieste di risarcimento danni fin tanto che non gli sarà riconosciuta la legittimazione all'ingresso in Italia come profughi. Questi migranti - spiega - potranno infatti sostenere che per tutta la durata del lungo trasferimento e durante la permanenza in Albania la loro libertà personale è stata compromessa e chiedere il risarcimento, essendogli stato impedito il libero sbarco in Italia".

 

 

 

"Il rischio di richieste di multipli risarcimenti da parte dei migranti soccorsi e sbarcati in Italia o in Albania è ormai concreto - afferma -. L'ammontare del danno (nel caso specifico esaminato dalla Corte) dovrà adesso stabilirlo la Corte d'appello di Roma, in diversa composizione, a cui la causa è stata rinviata e demandato di provvedere, anche sulle spese del giudizio di legittimità. La decisione della Corte d'appello potrà costituire un precedente sulle quantificazioni future".

"Chi stabilisce che il bordo di una nave militare italiana non sia, come invece è a tutti gli effetti, equivalente al territorio italiano (a maggior ragione quando si trovava ormeggiata nel porto di Catania)?", domanda Loffredo. "I giudici o la politica migratoria del Governo? Chi deve stabilire quanto tempo i migranti possono essere tenuti a bordo senza che ciò configuri un reato di privazione della libertà personale?".