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Immigrazione, allarme del Copasir: in 700mila pronti ad attraversare il Mediterraneo

Pietro De Leo

Il rischio partenze di migranti irregolari da Libia e Tunisia; il pericoloso protagonismo di Cina e Russia in Africa; la necessità di un’azione coordinata da parte dell’Unione Europea. Questi sono gli elementi chiave contenuti nella “Relazione sulla situazione geopolitica del continente africano e sui suoi riflessi sulla sicurezza nazionale” che il Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) ha approvato lo scorso 5 febbraio. Sul primo punto, il testo ricostruisce le dinamiche migratorie nei due Paesi nordafricani, da cui poi si originano conseguenze per l’Italia, che è il Paese-crocevia.

La Libia, si legge, è lo Stato da cui parte la maggior quota di migranti che vogliono arrivare nel nostro Paese. «I migranti- viene spiegato- si procurano il denaro necessario per il biglietto, da 2mila a 5 mila euro a seconda del luogo di partenza, svolgendo lavori nelle città libiche. Poi vengono tenuti in compound e quindi trasportati su camion per raggiungere la costa». A livello territoriale, poi, esiste una diversa condizione tra Cirenaica e Tripolitania. Nel primo quadrante, infatti, c’è il presidio del generale Kalifa Haftar, perciò il controllo dell’immigrazione irregolare risulta «più efficace». In Tripolitania, al contrario, la situazione è più frammentata, perché «le diverse fazioni e milizie presenti si dividono il controllo delle varie città coinvolte in questo traffico». Andando sulle cifre, circa 700mila irregolari sarebbero presenti nel Paese, mentre in Tunisia potrebbero arrivare fino a 800mila, anche se secondo il Copasir i numeri sarebbero «sovrastimati».

 

 

 

La relazione si sofferma anche sul lavoro di intelligence contro i traffici di esseri umani. «Viene regolarmente svolta- si legge- un’attività di collaborazione con i Servizi degli Stati della costa nord dell’Africa, quali la Libia, la Tunisia, l’Algeria, per contrastare le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti, sottolineando che i rapporti con alcuni dei Paesi ricordati sono stati molto proficui, mentre in altri casi sono state registrate maggiori difficoltà».

C’è poi un passaggio particolarmente rilevante sul piano della sicurezza nazionale. «Esiste un legame- fa notare il Copasir - tra le organizzazioni criminali che sfruttano i flussi irregolari e le organizzazioni terroristiche, le quali pretendono il pagamento di denaro quando le carovane transitano dai territori da loro controllati». C’è poi un altro passaggio fondamentale della relazione, che si focalizza sul protagonismo di Cina e Russia sul territorio africano, che chiama l’Europa ad assumere il proprio ruolo.

Secondo il Copasir, questi attori non democratici sono portatori di «rilevanti interessi strategici, spesso non coincidenti, se non addirittura alternativi e sfidanti, rispetto a quelli dell’Italia e dell’Unione Europea». Questo viene rilevato «sia in termini di proiezione nazionale, politica, economica e militare dei medesimi attori, sia in termini di possibile utilizzo, anche grazie a strumenti della disinformazioine, delle dinamiche interne ai Paesi africani in chiave di pressione financo di destabilizzazione degli equilibri europei». Il rischio si concretizza nella circostanza tale per cui, considerando l’età media piuttosto giovane degli africani, la disinformazione antieuropea potrebbe trovare terreno fertile.

 

 

 

Nella relazione, inoltre si richiama alla messa in campo di una strategia che «dovrebbe vedere l’Italia e l’Europa impegnate innanzitutto nella risoluzione delle cause profonde delle fragilità del continente africano sopra richiamate, anche alla fine di una maggiore efficacia delle politiche di contrasto al terrorismo di matrice jihadista, che rappresenta una minaccia per l’Europa intera». Dunque, «occorrerà rafforzare la sicurezza nei Paesi giù esposti all’attività di gruppi terroristici e criminali, dediti a traffici illeciti, a partire dalla disumana tratta dei migranti».