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Papa Francesco da Fazio, vuole migranti in Italia ma non in Vaticano

Dice Francesco che «in Italia l’età media è di 46 anni: non fa figli», dunque «faccia entrare i migranti». Il Papa fa il Papa, il suo magistero non si discute, ma questa non è una questione teologica, è un appello che aspira a diventare una linea di “policy” per il governo, allora diventa discutibile.

Bergoglio è un uomo dalle idee spesso spiazzanti, ma quando dipinge un mondo “no border”, senza confini, aperto alle ondate migratorie - e ai trafficanti di esseri umani - mette sul tavolo un tema che passa dal Vangelo al Governo, dal Disegno divino al Disegno di Legge. Se l’idea di Francesco potesse diventare prassi, sarebbe già realtà, ma il problema dell’ingresso dei migranti e della loro integrazione è il numero uno nell’agenda delle democrazie e delle società secolarizzate, si sta complicando proprio perché molti Stati hanno spalancato i confini senza pensare alle conseguenze inattese.

La politica dei confini aperti non funziona, crea disordini sociali e sconvolgimenti politici, l’elenco dei caduti nell’errore è lungo, il Papa lo conosce bene e perfino nella proiezione millenaria della Chiesa, il problema non si risolve in un’intervista caramellata con il bravo presentatore, Fabio Fazio. C’è un confine tra quel che è di Cesare e quel che è di Dio, Bergoglio non sembra fare questa distinzione, ma perfino il Vaticano sul tema ha una politica terrena, realista, come testimonia l’adozione di una legge che punisce l’ingresso illegale degli stranieri nel territorio della Santa Sede.

Improvvisamente, la necessità materiale della Chiesa è in contrasto con l’insegnamento del Papa. Se la politica di espulsioni annnunciata da Donald Trump viene definita da Bergoglio come «una disgrazia», cosa bisogna dire allora della norma del Vaticano che prevede «lareclusione da un anno a quattro anni e la multa da euro 10.000,00 a euro 25.000,00» per «chiunque fa ingresso nel territorio dello Stato della Città del Vaticano con violenza, minaccia o inganno»?

L’impostazione del Papa funziona se pensiamo all’insegnamento di Gesù, ma fallisce nell’incontrare la realtà di cui si è fatto carico il Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano che ha promulgato la legge. Il Papa è più in alto, ma sotto il suo Regno si chiudono i confini. Sarà interessante vedere cosa diranno sul tema i cattolici democratici che lavorano alla “cosa centrista”, Ruffini, Prodi e Gentiloni, in quanto cattolici adulti, obbediranno al Papa? Si imbarcheranno nel bastimento di Luca Casarini? Questa prosa rovina la poesia di Bergoglio, il suo slancio, la sua pietas, ma la politica non è un componimento in versi, dunque attendiamo con sincera curiosità che sulle colonne di Avvenire e nelle prediche del Cardinale Matteo Maria Zuppi vengano enunciate le regole, non i principi. Siamo di fronte a un corto circuito tra il sacro e il mondano. Si cita la Bibbia, ma si osserva la legge del Vaticano.