Il caso
Immigrazione, l'Ue: "Chi torna in patria perde la protezione internazionale", svolta clamorosa
I migranti, beneficiari di protezione internazionale, che rientrano temporaneamente nel proprio Paese, rischiano di perdere tale protezione: a dirlo il commissario europeo agli Affari interni, Magnus Brunner, in risposta a un’interrogazione parlamentare. "La Commissione è consapevole che alcuni Stati membri hanno osservato movimenti di beneficiari di protezione internazionale, che rientrano nel loro Paese d’origine e successivamente ritornano nell’Ue", ha dichiarato Brunner.
Scendendo nel dettaglio della normativa europea, poi, Brunner ha spiegato: "Secondo la Direttiva 2011/95/Ue, per revocare la protezione internazionale, uno Stato membro deve dimostrare su base individuale che una persona ha cessato di essere un rifugiato. Questo può avvenire, tra l’altro, quando tale persona si è nuovamente avvalsa della protezione del Paese di nazionalità". L’interrogazione, presentata dal deputato tedesco del Ppe David McAllister, riguardava soprattutto i migranti arrivati in Germania e temporaneamente rientrati in Afghanistan o Siria.
Intanto, Brunner in visita ad Atene ha incontrato il premier Kyriakos Mitsotakis per colloqui politici con la Grecia, che è da tempo uno dei principali punti di ingresso nel blocco per i migranti. "La Commissione Ue resta impegnata a sostenere la Grecia nella protezione delle frontiere comuni dell'Ue e nella gestione della migrazione in uno spirito di solidarietà - ha scritto su X -. Attendo con ansia di lavorare insieme per attuare il Patto sull'asilo e la migrazione e trovare nuove soluzioni alle nostre sfide comuni". A Mitsotakis, infine, ha riferito che "ci sono alcune cose da fare", tra cui "l'attuazione del Patto", e gli ha ricordato che c'è anche "il tema dei rimpatri" da affrontare.