Dritto e rovescio
Capezzone da Del Debbio contro l'Islam violento: "Chi mi fa più schifo"
"A me chi fa queste cattiverie e fa soffrire un'altra persona fa schifo, ma mi fa ancora più schifo chi tra noi chiude gli occhi e fa finta che la cosa non lo riguardi".
Daniele Capezzone, ospite di Paolo Del Debbio in studio a Dritto e rovescio, su Rete 4, punta nuovamente il dito contro l'Islam violento che tratta le donne come un semplice oggetto, negando loro non solo la libertà ma ogni più elementare diritto.
"Come possiamo accettare - tuona il direttore editoriale di Libero - che ci siano delle persone, delle donne, che per 10, 20, 30, 40 anni della loro vita debbano soffrire ogni santo giorno e noi ci voltiamo dall'altra parte perché c'è, non mi interessa cosa, se una religione, una superstizione, una tradizione, una cultura o una violenza che vuole avvelenare la vita a una donna che potrebbe essere tua moglie, tua sorella, tua madre, tua figlia, tua nipote".
Capezzone fa riferimento anche a un servizio mandato in onda dalla trasmissione, la testimonianza di una donna di fede musulmana costretta a sposare suo cugino a 18 anni. Lei e i suoi figli hanno subito violenze da parte dell'uomo che ha tentato persino di bruciare viva la moglie, sempre in nome dell'Islam. "Da noi le donne possono morire - sospira la donna -, ma non possono divorziare. Sono venuta in Italia, a Reggio Emilia. Mi picchiava con la cintura, le scarpe. Picchiava anche i miei figli, la femmina di più. Se metteva vestiti stretti, lui la picchiava".