La battaglia
Centri per migranti in Albania, la Cassazione: "Sospendete il giudizio"
"Sospendete il giudizio": questa la richiesta della Procura generale della Corte di Cassazione in vista dell’udienza di domani, mercoledì 4 dicembre, davanti ai giudici della prima Sezione civile, sulla questione dei cosiddetti "Paesi sicuri" dove rispedire i migranti sbarcati irregolarmente in Italia. L'idea è quella di aspettare un giudizio "superiore", quello della Corte di giustizia europea, così da non correre il rischio di essere smentiti in un secondo momento. "Voler sospendere il presente giudizio sino all’esito del procedimento pendente dinanzi alla Cgue": si legge nelle ultime righe della requisitoria depositata agli atti da parte dei sostituti procuratori generali Luisa De Renzis e Anna Maria Soldi. Un modo per prendere tempo in attesa del giudizio della Corte europea? Non è dato saperlo.
La disputa su questo tema è cominciata un mese e mezzo fa, quando la Sezione immigrazione del tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento in Albania di otto migranti provenienti da Bangladesh ed Egitto, non considerando sicuri i Paesi di provenienza per l'eventuale rimpatrio. Una decisione duramente contestata dal governo, fino al ricorso in Cassazione da parte del ministero dell’Interno. Ora la Cassazione è chiamata a decidere se sia corretta oppure no l'interpretazione del diritto europeo e nazionale attuata dai giudici di Roma.
In questo quadro così complesso, ormai passato dal piano giuridico a quello politico, un'eventuale sospensione del giudizio, come chiesto dalla Procura generale della Cassazione, non darebbe torto né ai giudici di Roma né al governo. Poi la palla passerà ai giudici di Lussemburgo.